«Fa freddo, non serve bere acqua in inverno perché non si suda». I luoghi comuni sono difficili da estirpare, soprattutto in un’epoca come questa in cui sui temi di salute trionfano le bufale più strampalate e pericolose. Figuriamoci, quindi, una falsa credenza che origina dalla nostra stessa esperienza.
«Bere un bicchiere di acqua fresca in una calda giornata d’estate è un vero piacere, il nostro organismo ne ha bisogno e lo accoglie con un senso di benessere. È, invece, più difficile mantenere questa buona abitudine nella stagione fredda, quando lo stimolo della sete si fa sentire meno». Laura Soldati è docente di scienze tecniche dietetiche applicate al dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi di Milano. Il desiderio di bere, infatti, scatta automaticamente quando l’organismo registra una diminuzione di liquidi. Questo meccanismo però diminuisce di sensibilità con:
- l’avanzare dell’età, fino a quasi scomparire negli anziani,
- nel tardo autunno e in inverno con l’abbassamento delle temperature.
In questo articolo
Perché è importante bere acqua in inverno
Sul fatto che sia fondamentale per il nostro benessere continuare a mantenere una buona idratazione anche nei mesi più freddi non vi è alcun dubbio.
Cosa dice la Medicina Tradizionale Cinese
«Un’importanza della quale ci si rende meglio conto se si ha la capacità di visualizzare dove va a finire nel nostro corpo e a che cosa serve l’acqua che ingeriamo». Carlotta Manescalchi è specialista in dietetica secondo la medicina tradizionale cinese (Mtc) con studi a Firenze e Milano.
- «Innanzitutto va a formare un litro di urina al giorno, attraverso la quale l’organismo espelle tutte le tossine e le altre sostanze di scarto. Queste, in caso di permanenza, causerebbero problematiche infiammatorie.
- La restante parte è necessaria alla funzionalità dei nostri organi, a partire dal fegato, che depura il sangue ma che si deve a sua volta purificare, appunto tramite l’acqua.
- Quest’ultima, inoltre, consente la produzione dello stesso sangue, della saliva e dei succhi biliari e gastrici. Liquidi che la Mtc chiama “curiosi” perché non presenti in natura, ma solo all’interno del nostro microsistema».
Cosa dice la scienza occidentale
L’antica medicina orientale, oggi valorizzata anche dall’Organizzazione mondiale della sanità, sul tema dell’idratazione va a braccetto con la moderna scienza occidentale. Laura Soldati sottolinea che bere acqua:
- aiuta a regolare la temperatura del corpo.
- È essenziale per il buon funzionamento di cellule, tessuti e organi.
- Durante l’inverno, poi, concorre nel tenere alto il metabolismo basale (il dispendio energetico minimo necessario per mantenere le funzioni vitali e lo stato di veglia, ndr),
- aumentando il senso di pienezza, supporta il mantenimento del peso anche in quei periodi in cui ci si muove meno e s’introducono cibi ricchi di calorie,
- può anche contribuire al buon funzionamento del sistema immunitario e a prevenire di ammalarsi durante il picco della stagione influenzale. Quest’anno, poi, con la previsione del sovrapporsi tra l’influenza stagionale e l’epidemia di SARS-CoV-2, potrebbe essere un’arma in più da non sottovalutare per aiutare il nostro sistema immunitario a prevenire o a reagire in caso d’infezione».
Che, ovviamente, vuol dire tutt’altra cosa rispetto alle fake news, prive di ogni fondamento scientifico, circolate in questi mesi di pandemia, secondo le quali, per esempio, sorseggiare acqua almeno ogni 15 minuti porterebbe il virus nello stomaco, dove verrebbe eliminato dall’acido gastrico, oppure ingerire acqua calda ucciderebbe lo stesso agente patogeno, in quanto quest’ultimo morirebbe a 26-27 gradi.
La disidratazione mette a rischio corpo e mente
Ma se lo stimolo della sete non viene percepito e non si fa un «rifornimento» di acqua, che cosa succede?
«Dopo pochi istanti il nostro corpo si organizza da solo con l’acqua di cui dispone, spostandola dai “reparti” meno importanti a quelli più importanti. Per esempio, dalle viscere, come l’intestino, o dalla cute al sangue, spostamenti alla base rispettivamente della stipsi e della secchezza della pelle. Sono, questi ultimi, segnali di disidratazione, al pari di:
- mal di testa,
- confusione mentale,
- annebbiamento della vista (causati dalla ipoperfusione, la riduzione del flusso sanguigno nel cervello e nel cuore),
- stanchezza e crampi,
- alito cattivo (diminuzione della saliva con le sue proprietà antibatteriche),
- urine troppo concentrate (tonalità dal giallo fino al brunastro),
- sbalzi d’umore».
Bere lungo tutta la giornata
Bere acqua in inverno: quanta berne?
La soluzione, anche nei mesi più gelidi, è, quindi, una sola, messa nero su bianco da Laura Soldati: «Bere con costanza, suddividendo la quantità totale in tutta la giornata, è una buona pratica che contribuisce a mantenere uno stato di salute. La quantità di acqua da consumare dipende:
- dal peso,
- dalle calorie introdotte,
- dal livello di attività fisica».
In linea generale, secondo i Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia per la popolazione (Larn), è necessario assumere un millilitro di acqua per ogni caloria di cibo. Quindi, per esempio, dai 18 anni in su gli uomini dovrebbero bere due litri e mezzo al giorno e le donne due.
Quale acqua bere?
Tra i tipi di acqua da preferire, Carlotta Manescalchi segnala quelle oligominerali, cioè con bassa percentuale di sostanze minerali. Questo «perché nei nostri regimi alimentari introduciamo già troppo sale (cloruro di sodio) e i cibi sono iper-raffinati e ricchi di conservanti. Optare per un’acqua più leggera, inoltre, fa sì che se ne beva maggiormente, poiché più è ricca di minerali e più è dissetante. Va bene anche l’acqua pubblica, del rubinetto, a patto che non contenga troppo calcare. Chi pratica sport, le donne in gravidanza e gli anziani, invece, necessitano di apporti minerali maggiori. Perciò per queste categorie sono indicate le medio-minerali. Attenzione: soprattutto nel caso delle persone avanti con l’età, se se ne beve poca e si è contemporaneamente sotto terapia farmacologica, si rischiano effetti negativi sui reni».
Bere acqua in inverno: le alternative
Per il necessario «rifornimento» di acqua, tuttavia, non è detto che si debba ricorrere sempre e solo al classico bicchiere a temperatura ambiente, di cui magari il clima freddo e umido fa passare la voglia. Ecco le principali alternative:
➜ Bevande calde
Bere una bevanda calda quando la temperatura è bassa dà un senso di benessere, perché contribuisce a mantenere la temperatura corporea. Inoltre mantiene vigile il nostro sistema immunitario nei confronti degli agenti atmosferici e patogeni. I medici tradizionali cinesi li chiamano “l’avverso”, perché riescono a penetrare nel nostro organismo solo quando, appunto, si abbassa la nostra energia difensiva (Wèi Qi).
Entrambe le nostre esperte promuovono il tè verde. «È ricco anche di antiossidanti», fa notare la professoressa dell’Università di Milano, «e, se si è sensibili alla caffeina, si può optare per il deteinato». «Con l’arrivo dell’inverno», integra la specialista in Mtc, «è meglio preferire quello semifermentato, favorevole al transito della digestione, rallentata leggermente dal fatto che il fegato risente dei cambi di stagione. A tal proposito è utile il tè verde ai fiori di gelsomino. Le fluorescenze essiccate hanno una funzione trofica sull’organo in questione».
Le tisane
Altre valide soluzioni, riprende il discorso Laura Soldati, sono costituite da «acqua calda con limone, oppure da tisane con varie proprietà (digestive, calmanti, decongestionanti…), facendo attenzione a non aggiungere zucchero per non perdere tutto il vantaggio raggiunto». In tal caso Carlotta Manescalchi, raccomanda «durante i pasti tisane a base di piante semiamare. Per esempio, un mix tra liquirizia, semi di finocchio e il tarassaco oppure un tè semifermentato verde come l’oolong. Lontano dai pasti con spezie quali cannella, cardamomo, chiodi di garofano e, soprattutto, zenzero. Quest’ultimo è, infatti, un diaforetico che innalza la temperatura corporea e serve a dissipare l’umidità dalle vie respiratore, che con il freddo è alla base delle costipazioni. Si può preparare sotto forma di decotto, facendone bollire la radice per un quarto d’ora».
➜ Acqua nascosta nei cibi
«Un altro modo per aumentare l’introito è arricchire la dieta di cibi con alto contenuto di acqua, e cioè frutta e verdura. Particolarmente ricchi», elenca Laura Soldati, «sono:
- le insalate,
- gli spinaci,
- il sedano,
- il finocchio,
- le pere,
- gli agrumi, tutti vegetali che si possono trovare d’inverno a chilometro zero e biologici».
➜ Estratti, centrifughe, acqua aromatizzata
«Se ancora è difficile raggiungere la quantità di acqua giornaliera», continua la professoressa docente di scienze tecniche dietetiche applicate, «si può arricchire la dieta con miscele di frutta e verdura estratta o centrifugata (la differenza è nella presenza o assenza di fibre) oppure aromatizzando l’acqua in caraffa con limone, menta, zenzero o curcuma. Il risultato sarà molto piacevole e salutare».
No alle bevande alcoliche o dolci
Ci sono, al contrario, anche alcune bevande da evitare tutto l’anno. «Quelle alcoliche, che la scienza ha dimostrato legate all’insorgenza di vari tipi di tumori, e le dolci, associate a obesità e diabete», precisa Laura Soldati. «Senza contare che alcol e caffeina contribuiscono alla disidratazione». Bollino rosso anche per l’acqua del frigo. «Non è naturale andare a cercare il freddo nella stagione fredda», conclude Carlotta Manescalchi. «Chi la beve anche in inverno molto spesso soffre di una problematica di calore interno, cioè un fenomeno infiammatorio diffuso o di calore allo stomaco, una caratteristica da inserire in un percorso d’indagine medica».
Troppi chewing gum riducono lo stimolo della sete
Attenzione: masticare troppi chewing gum durante la giornata può inibire lo stimolo della sete, con tutti i conseguenti rischi dovuti a una carenza di acqua nel nostro organismo, dal mal di testa alla stipsi. A spiegare il motivo è la nutrizionista Carlotta Manescalchi. «La prima fase della disidratazione ha come teatro la nostra bocca. Quando si percepisce una disidratazione delle mucose orali, infatti, parte automaticamente un messaggio al nostro sistema nervoso, che dà origine allo stimolo della sete. Ma, se una persona mastica continuamente gomme, s’inonda la bocca di saliva, ottenendo come risultato la riduzione della sensibilità alla necessità d’immettere acqua nel nostro corpo».