Per il benessere dell’intestino bisogna fare il pieno di probiotici, ma anche di prebiotici. I prebiotici (come l’inulina) non sono organismi vivi come i primi, ma sono una sorta di cibo per il microbiota intestinale. Cioè di quell’insieme di batteri buoni e cattivi che popolano la nostra pancia. Assumere una buona quantità di prebiotici ci permette di incrementare il numero di microrganismi positivi per salute intestinale. Tra questi, le pectine, le principali fibre derivate dalla frutta.
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Utile in caso di diarrea o stitichezza
Come spiega Maria Rescigno, direttrice dell’Unità di immunologia delle mucose e Microbiota di Humanitas e autrice del libro “Microbiota, arma segreta del sistema immunitario” (Vallardi editore), «la pectina è un polisaccaride, formato da molecole di acido galatturonico. Poiché a contatto con l’acqua tende a formare una sorta di gel, in cucina e nell’industria viene utilizzata per la sua funzione addensante in marmellate e gelatine. Mentre nel nostro corpo le sue proprietà emollienti contribuiscono a regolarizzare l’intestino. Sia in caso di stipsi che di diarrea».
Fa bene anche al colesterolo
Il prebiotico pectina ha un’azione positiva anche sul cuore, perché indirettamente fa bene ai livelli di colesterolo nel sangue. «Limita l’assorbimento degli acidi biliari e ne favorisce l’eliminazione attraverso le feci. Così facendo, ne stimola la produzione ex novo» racconta Rescigno. «E poiché la loro sintesi avviene a partire dal colesterolo, la pectina riduce la concentrazione di quello cattivo nel sangue e aumenta lievemente la presenza di quello buono. Dunque è un’arma importante contro l’aterosclerosi e tutte le sue conseguenze. Dall’infarto all’ictus».
Dove trovare la pectina
La pectina è presente soprattutto nella buccia di mele e pere, prugne e mele cotogne, e in modo particolare nella pellicina bianca degli agrumi. Si trova anche nel carciofo. «La pectina derivata dalla mela aumenta la presenza di alcuni batteri che sembrano proteggere da recidive della malattia di Crohn perché riduce i livelli sierici di una citochina pro-infiammatoria» continua l’esperta. «La pectina del carciofo, invece, stimola principalmente la crescita di bifidobatteri e lattobacilli (noti per le loro proprietà probiotiche). Ma anche di batteri non sempre associati a un microbiota ottimale». Per questo, insomma, è bene variare frutta e verdura in tavola.
Quanta pectina ogni giorno?
L’assunzione ottimale giornaliera attraverso la dieta sarebbe di 15 grammi. «È dunque importante prevedere almeno 5 o 6 porzioni quotidiane di frutta e di verdura» è il consiglio finale. «Magari mangiando anche mele e pere con la buccia, possibilmente biologiche e sempre ben lavate. E gustando le arance intere invece di ridurle a spremuta».