Se compri l’olio al supermercato e non puoi assaggiarlo, devi affidarti per prima cosa all’etichetta. Questi i consigli di Tom Mueller, riassunti dal libro Extraverginità (Edt).
• Assicurati che vi sia scritto extravergine, perché olio d’oliva e olio di sansa hanno subito una raffinazione chimica che elimina i sapori di oliva e molti dei benefici per la salute.
• Per verificare la freschezza, cerca bottiglie che rechino la data di scadenza, o meglio ancora la data di raccolta/frangitura. Di solito è indicata una data di due anni successiva a quella dell’imbottigliamento, quindi se la scadenza della tua bottiglia cadrà tra due anni, significa che l’olio è probabilmente fresco.
• Frasi come «confezionato in Italia» o «imbottigliato in Italia» non significano che l’olio sia stato prodotto in Italia né con olive italiane. Per andare sul sicuro, cerca l’indicazione in etichetta del luogo di produzione, ovvero un preciso frantoio.
• Pur non essendo di per sé garanzia di qualità, diverse certificazioni possono fornire un’indicazione sui metodi di produzione: marchi Dop e Igp; coltura biologica.
• Un olio che abbia ottenuto riconoscimenti in concorsi accreditati è spesso una buona scelta, soprattutto se la bottiglia è della stessa annata del premio (e non di dieci anni dopo).
• Alcuni termini comuni in etichetta, come «prima spremitura» e «spremitura a freddo», segnalano talora più attenzione all’immagine che all’effettivo contenuto della bottiglia. Siccome quasi tutti gli extravergini oggi sono estratti con le centrifughe, significa che non c’è nessuna spremitura e tantomeno ce n’è una seconda perché tutto l’extravergine autentico deriva direttamente dalla pasta di olive.
• Attenzione alle offerte speciali: produrre extravergine genuino costa caro. I prezzi elevati non garantiscono di per sé la qualità, ma quelli stracciati, sotto i 4-5 euro al litro, dovrebbero far sospettare che il prodotto che state per acquistare sia di bassa qualità, con due eccezioni. Primo: i nuovi sistemi meccanizzati per la coltivazione e la raccolta delle olive (coltivazione superintensiva) riducono i costi di produzione, permettendo di arrivare sullo scaffale con oli eccellenti a prezzi più bassi di quelli ottenuti con metodi tradizionali. Secondo: le sovvenzioni statali ai coltivatori e ai produttori, nell’Unione europea e altrove, consentono di fissare prezzi di vendita al dettaglio di gran lunga inferiori a quelli americani e australiani, che non godono di simili sussidi.
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