Con l’obesità son dolori, nel verso senso della parola. Le persone che hanno accumulato chili e chili di troppo hanno una soglia del dolore più bassa ed è probabilmente per questo che sono anche più predisposte a soffrire di dolore cronico. Il grasso insomma non è un cuscino protettivo, e non ripara neppure dalle temperature estreme. Lo dimostra uno studio britannico pubblicato sullo European Journal of Pain.
Lo studio
I ricercatori della Leeds Beckett University hanno arruolato 74 persone dividendole poi tra obese, sovrappeso e normopeso in base all’indice di massa corporea. Ciascun volontario è stato quindi sottoposto ad una serie di test per misurare la soglia oltre la quale scattava la sensazione di dolore. In particolare, i ricercatori hanno applicato diversi tipi di pressione e calore in due aree del corpo: la base del pollice della mano, dove si ha poco tessuto adiposo, e il girovita, dove invece tende ad accumularsi più grasso. Per misurare la risposta al dolore da freddo, infine, i volontari hanno immerso le loro mani nell’acqua ghiacciata.
I risultati
Le reazioni raccolte durante l’esperimento dimostrano che le persone obese iniziano a percepire dolore con uno stimolo pressorio pari a 4,3 chilogrammi per centimetro quadrato, mentre i normopeso sentono male a 8,6 kg per centimetro quadro.
I più forti sono i sovrappeso
Quelle che se la cavano meglio di tutti sono le persone in sovrappeso, che nei test hanno riportato dolore con stimoli pari a 10 kg per centimetro quadrato. Per quanto riguarda invece la reazione al caldo e al freddo, non sono emerse particolari differenze tra i tre gruppi di volontari quando lo stimolo termico veniva applicato sulla pancia. Solo un piccolo incremento della sensibilità è stato riportato nel test condotto sul pollice della mano, segno che lo strato di grasso non dà protezione contro le temperature estreme.
Più dolori per gli obesi
«Le persone obese hanno maggiori probabilità di soffrire di dolori dovuti a fattori come l‘impatto meccanico del peso corporeo sulle articolazioni», spiega il ricercatore Osama Tashani. «Il nostro studio indica inoltre che sono più sensibili agli stimoli pressori anche nelle aree del corpo dove non si accumula grasso».
Lo sport allevia
A sorpresa sono le persone in sovrappeso a resistere meglio al dolore nel caso degli stimoli pressori. «Ciò può essere dovuto al fatto che i soggetti con qualche chilo di troppo tendono a fare più attività fisica – spiega Tashani – e questo può in qualche modo condizionare la percezione del dolore».
L’obesità è causa o conseguenza?
Resta ancora da capire se sia l’obesità ad abbassare la soglia del dolore, o se le persone che hanno una soglia del dolore più bassa abbiano più probabilità di diventare obese.
Il parere dell’esperto
«Potrebbe darsi – precisa l’esperto – che una persona più sensibile al dolore sia meno propensa a fare attività fisica e quindi di conseguenza abbia una probabilità maggiore di accumulare peso e diventare obesa». Per capire se è nato prima l’uovo o la gallina, serviranno ulteriori indagini che permettano di scoprire i fattori biologici che aumentano la percezione del dolore: questo significa valutare anche se tra le sostanze chimiche prodotte dal tessuto adiposo ce ne possano essere alcune che influiscono sulla risposta dei recettori del dolore.
Elisa Buson
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