Sono stati monitorati 48.946 bambini di 8-9 anni e 48.464 genitori, rappresentativo di tutte le regioni italiane. I bambini sono stati misurati (peso e statura) all’interno delle scuole da operatori formati con metodologia standardizzata.
Restiamo comunque tra i peggiori Paesi in Europa
La percentuale indica una lenta e costante discesa del fenomeno, ma inchioda comunque l’Italia nella classifica dei peggiori Paesi europei per obesità infantile, come dimostra la “Childhood Obesity Surveillance Initiative – COSI” a cui partecipano più di trenta Paesi e in cui l’Italia figura tra le nazioni con i più elevati livelli di sovrappeso e obesità.
Fondamentale il ruolo delle famiglie
«Nonostante il miglioramento registrato dagli ultimi dati restano forti differenze geografiche tra Nord e Sud – dichiara Walter Ricciardi, Presidente dell’ISS – resta molto da fare, soprattutto nella promozione della consapevolezza sui corretti stili di vita. I genitori devono fare la loro parte: infatti, questi dati ci dicono che circa il 40% delle madri di bambini in sovrappeso o obesi ritiene che il peso del proprio figlio sia nella norma».
Alcuni stili di vita migliorati
Nonostante ci sia ancora molto da fare, c’è stato un miglioramento per quanto riguarda il consumo di frutta e/o verdura e una diminuzione del consumo di bevande zuccherate e/o gassate.
Ancora molti errori
«In Italia l’8% dei bambini salta la prima colazione e il 33% fa una colazione comunque inadeguata – spiega Angela Spinelli del Centro Nazionale Prevenzione delle Malattie e Promozione della Salute. – A metà mattina il 53% fa una merenda troppo abbondante e a tavola il 20% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura, mentre durante la giornata il 36% consuma bevande zuccherate o gassate».
Bambini italiani ancora troppo sedentari
Il 23,5% dei bambini svolge giochi di movimento non più di un giorno a settimana, il 33,8% dei bambini svolge attività fisica strutturata non più di un giorno a settimana e il 18% non ha fatto attività fisica il giorno precedente l’indagine. Inoltre, solo circa un bambino su quattro si reca a scuola a piedi o in bicicletta.
I rischi legati all’obesità
L’obesità rappresenta un importante fattore di rischio di malattie croniche e, se presente in età pediatrica, si associa a una più precoce insorgenza di patologie tipiche dell’età adulta.
Il Piano Nazionale della Prevenzione
Tutte le Regioni sono impegnate nella realizzazione del Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2014-2018.
Il PNP, in particolare, per la prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili mira al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
– aumento del 25% dei bambini in allattamento materno esclusivo fino al sesto mese (180 giorni di vita);
– incremento del 15% della prevalenza di bambini di 8-9 anni che consumano almeno due volte al giorno frutta e/o verdura;
– riduzione del 30% della prevalenza di soggetti di 3 anni e più che non prestano attenzione alla quantità di sale e/o al consumo di cibi salati.
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