Se siete in cerca di uno yogurt probiotico, occhio all’etichetta nutrizionale. Non tutti gli yogurt, infatti, contengono fermenti lattici vivi. Anzi: i prodotti che si possono definire probiotici devono contenere ceppi batterici differenti da quelli degli yogurt tradizionali.
Devono raggiungere vivi l’intestino
Come spiega Michela Grosso, del dipartimento di Medicina molecolare e Biotecnologie mediche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, per svolgere un effetto benefico sulla flora batterica intestinale (microbiota) i fermenti lattici devono essere assunti vivi e in questa forma devono raggiungere l’intestino.
Cosa cercare sull’etichetta nutrizionale
Nello yogurt, per legge, si trovano solamente il Lactobacillus bulgaricus e lo Streprotoccus thermophilus. Se ci sono altri ceppi diventano “latti fermentati”, e non sono più formalmente yogurt. Tra i ceppi probiotici più utilizzati nei cosiddetti “yogurtini” e negli integratori troviamo invece: Lactobacillus Acidophylus, Lactobacillus Casei (tra cui il Lactobacillus Casei Shirota e il DN-114001), il Lactobacillus rhamnosum GG, il Lactobacillus johnsonii La1 (LC1), il Bifidobactetium Lactis DN-173010, il Saccharomyces Boulardii. In genere gli “yogurtini” oltre al ceppo probiotico contengono anche un’aggiunta in vitamine.
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