D’inverno ti fa un regalo straordinario, le arance. Ne mangi a sufficienza? Beh, dovresti. Perché sono un’ottima strategia di prevenzione dei tumori. Non a caso l’Associazione per la ricerca sul cancro (Airc) ha scelto proprio l’arancia come simbolo della sua raccolta fondi: sabato 26 gennaio 2013 tornano le Arance della Salute in oltre duemila piazze d’Italia. Il ricavato della vendita delle reticelle di arance rosse siciliane, a 9 euro ciascuna, sarà devoluto alla ricerca sul cancro. Quindi fai dell’arancia un frutto immancabile nella tua giornata, a fine pasto, bevendo la spremuta a colazione o durante pranzo o cena, aggiungendo gli spicchi all’insalata, abituandoti a condire con il succo alcuni secondi!
LE PROPRIETÀ ANTITUMORALI
«I micronutrienti dei cibi che ci proteggono dal tumore (leggi: Veronesi: i cibi che proteggono dal cancro), ma anche da altri mali come il diabete, le malattie cardiache o il processo degenerativo delle cellule che per esempio sfocia nell’Alzheimer, sono i composti fitochimici», spiega Giovanna Gatti (puoi chiederle un consulto), senologa dell’Istituto europeo di oncologia e consulente scientifico della Fondazione Umberto Veronesi. «I composti fitochimici sono classificati in grandi famiglie, a loro volta suddivise in classi e sottoclassi. La più numerosa è la famiglia dei polifenoli, tra le cui classi la più diffusa è quella dei flavonoidi. Sarebbe troppo lungo addentrarsi in questo popolo di guerrieri benefici. Basti sapere che ciascuna di queste sostanze ha dimostrato la sua capacità di proteggerci. Come? Principalmente stimolando nel nostro organismo reazioni biochimiche che hanno un grande potere antiossidante, in grado cioè di limitare o bloccare del tutto i radicali liberi, che nascono dal processo di ossidazione».
L’ossidazione all’interno delle nostre cellule è la stessa reazione chimica che fa scurire una mela tagliata o fa arrugginire un chiodo: ogni volta che respiriamo, l’ossigeno che mettiamo in circolo entra a far parte dei processi di ossidazione che si svolgono in tutte le cellule del nostro corpo. Da questa ossidazione (ma anche dal fumo, dall’inquinamento, dall’alcol in eccesso, dalle radiazioni) nascono pure i radicali liberi, molecole che perdono un elettrone e che così diventano spaiate. Questi radicali liberi cercano di tornare in equilibrio rubando elettroni alle altre cellule, e possono danneggiarle, dando inizio a un tumore. Ecco, gli antiossidanti combattono il rischio con un meccanismo semplicissimo: cedono ai radicali liberi l’elettrone che a loro manca, e quindi disinnescano la miccia.
UN PIENO DI ANTIOSSIDANTI
L’arancia, come saprai, apporta vitamina C (guarda: i cibi ricchi di vitamine), dalle note proprietà antiossidanti: te ne assicuri 50 milligrammi per ogni etto (che è più o meno il peso di un’arancia sbucciata), quasi sufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero di acido ascorbico (o vitamina C, che è di 60 milligrammi). Ma ogni frutto è una specie di laboratorio fitochimico, nel senso che contiene diverse molecole benefiche, tra le quali oltre 200 tipi di polifenoli (anch’essi antiossidanti) e i terpeni, le sostanze che danno alla buccia delle arance il caratteristico odore.
Se l’arancia è rossa, ancor meglio! Contiene molte antocianine, pigmenti naturali dallo straordinario potere antiossidante, e carotenoidi, i pigmenti che conferiscono il colore anche a zucca e carote. «Tra l’altro queste sostanze nei fumatori aiutano a prevenire il tumore del polmone», spiega Anna Villarini, biologo nutrizionista e ricercatrice dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano.
NEOPLASIE DI BOCCA, ESOFAGO
E STOMACO RIDOTTE DEL 50%
In particolare, secondo una revisione scientifica condotta in Australia, le arance possono abbattere, per merito soprattutto dei flavonoidi, il rischio di tumore fino al 50% per la bocca, l’esofago e lo stomaco. Mentre polifenoli e terpeni bloccano in generale la crescita delle cellule maligne.
Ora la ricerca guarda con interesse anche ad altri principi attivi del portentoso agrume frutto dell’arancio, ossia i triterpenoidi naturali, molecole simili ai terpeni, oli essenziali contenuti nelle bucce. Secondo un nuovo studio, cofinanziato dall’Airc e pubblicato sulla rivista internazionale Cancer Research, potrebbero combattere il tumore alla prostata. «Abbiamo scoperto che i triterpenoidi sintetici uccidono preferenzialmente le cellule di tumore alla prostata insensibili alla terapia a base di ormoni», spiega Adriana Albini, responsabile della ricerca oncologica dell’Irccs MultiMedica di Milano.
Queste molecole, in associazione con un derivato della vitamina A, si erano già mostrate efficaci contro il tumore al seno resistente agli ormoni. La speranza è che diventino un’arma contro una delle neoplasie più diffuse tra gli uomini. I ricercatori hanno già testato la «molecola della buccia d’arancia» (leggi: come usare le scorze in cucina) in provetta e in modelli animali, con ottimi risultati. Ora tocca alle sperimentazioni cliniche.
Daniela Cipolloni – OK Salute e benessere