Cattiva alimentazione più sedentarietà uguale eccesso di peso. La somma delle brutte abitudini non lascia scampo. A nessuno. In Italia sovrappeso e obesità non risparmiano bambini e adolescenti, tanto che, secondo i dati dell’Italian Obesity Barometer Report 2020, ne soffre quasi un giovane su quattro tra i 6 e i 17 anni (24,2%); percentuale che, poi, va letteralmente a esplodere tra gli adulti, arrivando al 46%. Con tutte le conseguenze del caso sulla salute che si manifestano anche in tenera età: prediabete, sindrome metabolica, fegato ingrossato, ipertensione arteriosa, complicanze gastrointestinali, respiratorie e ortopediche. Tuttavia lo scorretto comportamento a tavola e l’attività fisica scarsa o assente sono anche, tra le cause dell’obesità, i due fattori modificabili, quelli che più facilmente si possono correggere nel nome della prevenzione. E correggere fin dall’infanzia, per avere, poi, degli adulti più consapevoli e sani. Certo, i dati nel nostro Paese non sono molto incoraggianti.
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La merenda sana: troppi i bambini in sovrappeso
Dalle ultime rilevazioni, datate 2016, di OKkio alla SALUTE, il sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), emerge come:
- l’8% dei bambini salti la prima colazione,
- il 33% ne consumi una sbilanciata in termini di carboidrati e proteine,
- il 53% faccia una merenda di metà mattina abbondante e, quindi, non adeguata.
- Inoltre il 20% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e/o verdura,
- il 36% che assumono quotidianamente bevande zuccherate e/o gassate.
I bambini italiani sono sedentari
E anche quanto a movimento non andiamo meglio. L’Iss segnala come oltre sette bimbi su dieci non vadano a scuola a piedi o in bicicletta. Secondo la ricerca Doxa – Junior «Sport e Merenda», basata su 1.265 interviste realizzate nel dicembre 2019 a giovani tra i 5 e i 13 anni, solo sei su dieci praticano regolarmente un’attività fisica. Un’incidenza che scende drasticamente a uno su due nel Sud e nelle Isole, l’area geografica che registra il tasso più alto di obesità infantile.
Attenzione ai ragazzini che “mangiucchiano” tutto il giorno
Ad accomunare i ragazzi che praticano sport a quelli che non lo fanno sono, sempre secondo il rilevamento Doxa, le merende del mattino e del pomeriggio. Le consuma la quasi totalità degli intervistati, tanto da rappresentare momenti importanti della giornata alimentare del bambino. Sono i due spuntini che ormai i nutrizionisti sono concordi debbano fare parte dei cinque pasti quotidiani da consumare, assieme ai tre principali (colazione, pranzo e cena). Devono rappresentare circa il 5-10% del contenuto calorico complessivo da introdurre nelle 24 ore. Spesso non sono proporzionati alla quantità di attività fisica svolta. Né vanno confusi con lo snacking. La merenda è un momento in cui s’introducono nutrienti circoscritto nel tempo e non continuativo. L’abitudine a “piluccare” tra un pasto e l’altro non è corretta dal punto di vista metabolico, in quanto non rispetta gli intervalli tra il mangiare e il digiuno, che sono, invece, fondamentali.
La merenda sana: varietà ed equilibrio
Se sullo spuntino mattutino, che solitamente viene consumato a scuola, è meno facile sbizzarrirsi, quello pomeridiano consente, poiché generalmente casalingo, una maggiore possibilità di variare la scelta degli alimenti. Così Silvia Migliaccio e la dottoressa in dietistica Silvana Nascimbeni hanno ideato un calendario settimanale. Prevede 84 abbinamenti di merende dolci e salate per bambini e ragazzi sportivi dai 5 ai 13 anni. Sono su misura delle quattro discipline maggiormente praticate – calcio, nuoto, danza e basket – e dell’età. Appartengono alla campagna informativa «Giovani e Sport: quale merenda?» di SISA e Unione Italiana Food. Si tratta dell’associazione di categoria che rappresenta le principali aziende produttrici di merendine confezionate. «L’obiettivo di questa iniziativa è incoraggiare le nuove generazioni. Attraverso queste anche i loro genitori e nonni – ad adottare uno stile di vita corretto».
Gli snack prima e dopo l’attività fisica
I menù si propongono di guidare la scelta delle merende da consumare prima o dopo aver intrapreso un’attività sportiva non agonistica, ma sono ovviamente flessibili, così da essere adattati alle necessità e ai gusti del giovane sportivo. «L’importante è che l’alimentazione», sottolinea Silvia Migliaccio, «gli garantisca l’apporto di carboidrati, proteine, lipidi, vitamine, sali minerali e acqua in quantità adeguate al fine di ottimizzare la prestazione ma anche per garantire un equilibrio tra macro e micro nutrienti per perseguire al meglio le varie fasi della crescita». La varietà è un aspetto fondamentale. «Salata o dolce che sia, l’importante è fare merenda all’insegna dell’equilibrio. Da tenere d’occhio la possibilità di contemplare in quest’alternanza, una o due volte alla settimana, anche le merendine confezionate». A sdoganare ormai definitivamente queste ultime sono, interviene Mario Piccialuti, direttore generale di Unione Italiana Food, «la porzionatura, di appena 35 grammi in media, e il miglioramento nutrizionale: grazie all’impegno dell’industria dolciaria negli ultimi dieci anni nelle merendine è stato ridotto il contenuto di grassi (-21%), zuccheri (-30%) e calorie (-21%)».
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