Con l’arrivo dei primi freddi cresce la voglia di addentare qualche noce o nocciolina. A fine pasto o come merenda spezza-fame, la frutta secca a guscio è davvero irresistibile. Tentazione golosa, ma anche un po’ calorica, diciamolo. Consumata nelle giuste quantità, però, è un vero toccasana per il cuore. Lo dimostra il più grande studio mai condotto sull’argomento, pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology dai ricercatori di Harvard e del Brigham and Women’s Hospital di Boston, negli Stati Uniti.
L’indagine
Lo studio è stato condotto su un campione di oltre 210.000 persone monitorate nei decenni (fino a un massimo di 32 anni). In questo modo si è valutata la relazione tra consumo regolare di frutta secca a guscio e incidenza di malattie cardiovascolari. I ricercatori hanno valutato in particolare gli effetti sulla salute di specifici tipi di frutta secca. Anche le arachidi sono state incluse perché, sebbene siano legumi, presentano un profilo nutrizionale per certi versi simile a noci, mandorle, pinoli e nocciole.
I risultati
Complessivamente sono stati registrati oltre 14.000 casi di malattie cardiovascolari, inclusi quasi 6.000 ictus e più di 8.000 coronaropatie. A conti fatti, la frutta secca a guscio si è rivelata un efficace scudo protettivo per il cuore. Il consumo di noci almeno una volta alla settimana si associa infatti ad una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e coronaropatie pari a circa il 20 per cento. Chi consuma arachidi o gli altri frutti almeno due volte a settimana, ha un rischio di malattie cardiovascolari più basso del 13-15%, e un rischio di coronaropatie ridotto del 15-23 per cento. Chi sgranocchia almeno 5 porzioni di frutta secca a guscio a settimana ha un rischio di malattie cardiovascolari ridotto del 14%, e un rischio di coronaropatie più basso del 20 per cento. Infine, più cresce il consumo di noci e noccioline, più scende il rischio di ictus.
Uno scudo contro le malattie croniche
«Questi dati rafforzano la raccomandazione ad aumentare il consumo di frutta secca a guscio, per ridurre il rischio di malattie croniche nella popolazione generale», afferma la coordinatrice dello studio, Marta Guasch-Ferre.
Una “pillola” in un guscio
«Serviranno ulteriori studi per verificare gli effetti a lungo termine di questa abitudine alimentare sugli eventi cardiometabolici maggiori», aggiunge in un editoriale di commento Emilio Ros, esperto del servizio di endocrinologia e nutrizione dell’ospedale di Barcellona e del centro di ricerca biomedica CIBEROBN, in Spagna. «Nel frattempo – continua Ros – la frutta secca non lavorata e non privata della sua pellicina dovrebbe essere considerata come una salutare pillola naturale, che può essere facilmente integrata in qualsiasi dieta salva-cuore per migliorare il benessere cardiovascolare e per promuovere un invecchiamento in salute».
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