Secondo uno studio del 2012 dell’Università di Torino, l’insalata in busta che compriamo al supermercato non è sicura. Comoda per preparare al volo un contorno o come “schiscetta” al lavoro, questo prodotto nasconderebbe qualche insidia. Stando ai risultati dei ricercatori torinesi, che hanno analizzato un campione di 100 insalate in busta, nella gran parte delle confezioni ci sarebbero microrganismi e batteri. Il più pericoloso (soprattutto per le donne in gravidanza) quello della toxoplasmosi.
Il confezionamento
Lo studio insiste sul modo in cui vengono lavate le insalate prima del confezionamento. Dopo aver subito delle centrifughe all’interno di specifiche vasche dove l’acqua viene cambiata ciclicamente, la verdura viene portata in apposite sezioni in cui viene tagliata e predisposta all’imbustamento. Ma l’acqua da sola, sottolineano gli esperti, non è in grado di garantire l’igiene e l’eliminazione dei batteri. Inoltre, non bisogna sottovalutare l’eventualità in cui l’insalata possa essere conservata in celle frigorifere per lunghi periodi, in un clima sfavorevole per gli ortaggi.
Il deterioramento
Inoltre, secondo gli esperti, l’insalata confezionata tenda a deteriorarsi molto facilmente. Ma anche se non ci sono conservanti la freschezza dovrebbe essere comunque garantita dalla busta e dalla temperatura.
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La smentita dei produttori
Dopo l’uscita dello studio, risalente a prodotti del 2012, sono intervenuti i produttori con l’intento di smorzare i toni allarmistici e fare chiarezza. Il Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food ha precisato infatti che dall’agosto 2015, in seguito all’emanazione di un decreto ministeriale, sono entrate in vigore nuove regole in materia di produzione, confezionamento e commercializzazione dei prodotti di quarta gamma, di cui fa parte anche la verdura in busta.
Lavaggio sicuro
Tra gli obblighi, quello di mantenere la catena del freddo a una temperatura inferiore agli 8°C, dal confezionamento fino ai banchi del supermercato. La freschezza del prodotto, precisa l’Associazione, è assicurata anche dai tempi brevi che intercorrono tra raccolta, lavorazione e vendita al prubblico. Dal punto di vista igienico, infine, il lavaggio avviene in due vasche a ricambio continuo di acqua potabile con sistemi tecnologici avanzati che – a differenza del lavaggio domestico – garantiscono un prodotto sicuro. È per questo che il Ministero della Salute permette di vendere le insalate in busta come prodotto “lavato e pronto al consumo”.
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