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Il sale aumenta anche il rischio di insufficienza cardiaca

Oltre che sulla pressione, l'assunzione di sodio incide direttamente anche sulla salute del cuore. La conferma da uno studio presentato a Barcellona al congresso europeo dei cardiologi

Nella lista della spesa degli alimenti da acquistare per la salute del cuore, il sale non ha mai trovato posto, perché, si sa, un suo consumo eccessivo è una delle principali cause di pressione alta e un fattore di rischio per lo sviluppo di malattia coronarica e infarto. A rincarare la dose sul tema introducendo un altro effetto negativo del sale sulla salute del cuore, un nuovo studio, che ha coinvolto 4.630 individui, sia maschi che femmine tra i 25 e i 64 anni di età, presentato a Barcellona al congresso della Società Europea di Cardiologia.

Sale e salute del cuore

«Al cuore non piace il sale: un’assunzione eccessiva di questa sostanza aumenta in modo significativo il rischio di insufficienza cardiaca, indipendentemente dai valori della pressione», ha dichiarato Pekka Jousilahti del National Institute for Health and Welfare di Helsinki, in Finlandia.

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Lo studio

Durante lo studio, il campione di individui stato sottoposto a un questionario generale sulla salute (peso, altezza, pressione), esami del sangue e delle urine raccolte nell’arco di 24 ore per calcolare la quantità di sale assunta. In base ai risultati, i partecipanti sono stati suddivisi in cinque classi di consumo: meno di 6,8 grammi di sale al giorno; da 6,8 a 8,8 grammi; da 8,8 a 10,9 grammi; da 10,96 a 13,7 grammi e oltre i 13,7 grammi di sale al giorno. Ricordiamo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle sue linee guida, raccomanda di non andare oltre i 5 grammi di sale al giorno (che corrispondono all’incirca a un cucchiaiono da caffè), compreso quello contenuto nei cibi (scopri qui in quali alimenti si nasconde in buona quantità).

L’aumento del rischio 

Nel corso del follow up, durato dodici anni, Jousilahti e i suoi colleghi hanno individuato i casi di insufficienza cardiaca, rintracciando gli eventi in base ai registri ospedalieri, alle richieste di rimborso di farmaci e alle cause di morte nel registro nazionale. I ricercatori hanno stabilito così l’aumento del rischio di insufficienza cardiaca in base al consumo di sale giornaliero: chi assumeva meno di 6,8 grammi al giorno aveva un rischio pari a 1; il rischio cresce a 1,13 nella seconda classe di pazienti (consumo da 6,8 a 8,8 grammi), 1,45 nella terza (da 8,8 a 10,9 grammi), 1,56 nella quarta (da 10,96 a 13,7 grammi) fino quasi a raddoppiare (1,75) in chi consumava oltre 13,7 grammi di sale al giorno.

Meno sale, più salute cardiaca

«La quantità ideale di sale è addirittura inferiore ai 6,8 grammi al giorno», ha dichiarato il ricercatore finlandese, confermando di fatto le linee guida dell’Oms. Tuttavia, aggiunge Jousilahti, «per raggiungere questo obiettivo, abbiamo bisogno anche della collaborazione dell’industria alimentare». Soprattutto i piatti e i cibi pronti, infatti, per essere appetibili a tutti i consumatori, sono preparati in modo standard e spesso contengono una quantità eccessiva di sale.

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