Se dobbiamo farci misurare la pressione sanguigna, la cosa migliore è abbandonare la nostra tazzina di caffè nei due giorni che precedono l’esame. Questo, in estrema sintesi, il risultato di una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica the American Journal of Hypertension.
Lo studio ha evidenziato che il caffè può far aumentare di molto la pressione sanguigna, ma solo in chi è un consumatore occasionale della bevanda. I consumatori abituali invece corrono meno rischi perché sono abituati.
I ricercatori della Western University and Lawson Health Research Institute canadese hanno ottenuto risultati, definiti sorprendenti, quando hanno misurato l’effetto del consumo di caffè sulla pressione sanguigna dei bevitori occasionali, soprattutto per quanto riguarda l’impatto del consumo di caffè sui cosiddetti calcioantagonisti, un tipo di farmaco usato per abbassare la pressione del sangue, comunemente prescritti ai pazienti con ipertensioni. I calcioantagonisti, come la felodipina, rilassano e distendono i vasi sanguigni, permettendo al sangue di fluire più facilmente.
«Anche una tazzina di caffè può compromettere l’effetto anti ipertensivo di questi farmaci – spiega il dottor David Bailey, primo autore della ricerca. – Per superare l’effetto del caffè bisogna raddoppiare la dose di questo farmaco, ma questo rappresenta un problema, perché bisogna tenere conto degli effetti nei momenti in cui non si beve caffè».
I ricercatori hanno messo sotto osservazione 13 persone con un’età media di 52 anni con valori normali di pressione sanguigna. I volontari sono stati sottoposti a tre test, a una settimana di distanza l’uno dall’altro. Per una settimana non toccavano caffè, durante la secondo lo bevevano. I test hanno dimostrato che dopo solo due giorni di astinenza da caffè, la caffeina veniva eliminata. Ma bastava berne una tazzina per far salire la pressione.
Lo studio ha messo in guardia i pazienti dal bere caffè prima di andare dal dottore perché questo complica la diagnosi e la cura. La pressione sale con il rischio che il medico prescriva dosi più alte di farmaco.
Questo però vale solo per i bevitori occasionali di caffè, che sono tra il 15 e il 20% della popolazione. Per bevitore occasionale si intende chi beve il caffè meno di tre volte a settimana.
Francesco Bianco
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