Il cachi o kaki è sia il nome della pianta, sia quello del suo frutto. Resta invariato al singolare e al plurale. Anticamente veniva chiamato anche diospero, ma se n’è perso l’uso. Dolcissimo e succoso è uno dei simboli dell’autunno. È un alimento estremamente versatile. Sono molte le ricette che si possono fare con questo frutto, ricco di benefici per la nostra salute. Abbiamo chiesto consiglio all’esperto di Ok Roberto Volpe, ricercatore del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Roma. Specializzato in malattie del fegato e del metabolismo (Università di Roma) e dottore di ricerca in aterosclerosi (Università di Siena), è autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche. Puoi chiedergli un consulto qui.
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I valori nutrizionali del cachi
Come tutti i frutti, il cachi contiene molta acqua, l’82 per cento. È però anche ricco in carboidrati e soprattutto di zuccheri solubili, che ne rappresentano il 16% (come la melagrana, un po’ meno del mandarino). È quindi da considerarsi un frutto tra i più zuccherini, come ad esempio i fichi o la stessa mela senza buccia. Le calorie però sono contenute: circa 65 per etto.
Come tutta la frutta ha anche un buon contenuto di fibre, 2,5 grammi, pur non raggiungendo i valori “eccezionali”, ad esempio, del fico d’india e dei lamponi. La fibra ha un ruolo importante, perché oltre a combattere la stitichezza, può rallentare l’assorbimento del colesterolo e degli zuccheri. L’alto valore zuccherino incide sulla glicemia, perché tende ad aumentarla, ma non la porta a un valore così eccessivo come lo zucchero tradizionale.
I punti di forza del cachi
Questo frutto si contraddistingue per il quantitativo di vitamina A, che è molto elevato: 237 microgrammi (ad esempio l’arancia ne contiene 23 microgrammi). La vitamina A è importante per il benessere di occhi e pelle.
Questi frutti contengono ferro, sodio e calcio, ma in basse quantità. Il potassio è invece presente nella misura di 170 milligrammi, quindi in media con altri frutti. Niente a che vedere con i kiwi che ne contengono oltre 400 milligrammi, ma comunque buona. Il potassio è utile se si pratica attività fisica per mantenere i muscoli in buona salute e per tenere sotto controllo la pressione sanguigna. Il cachi contiene anche un buon quantitativo di vitamina B, e una discreta percentuale di vitamina C (23 milligrammi).
Il cachi acerbo e il cachi maturo
I cachi sono distinti in acerbi e maturi. I primi, dal caratteristico sapore vanigliato e un po’ stopposo, contengono molto tannino che può causare episodi di stipsi. Quindi attenzione a consumarli, anche per la difficoltà a digerirli. Il loro gusto è decisamente aspro, che allappa il palato.
Va consumato quindi maturo e fresco. È meglio conservarlo in frigo, perché matura molto velocemente.
Meglio consumarlo alla fine o lontano dai pasti
La frutta fa sempre bene, non c’è un momento della giornata in cui è preferibile consumarla. Però chi ha la tendenza a valori glicemici elevati o è affetto da diabete, deve stare attento a mangiarla a fine pasto. Questo perché se a un pranzo con pane e/o pasta, riso o patate, che già di loro aumentano di loro la glicemia, aggiungiamo anche un frutto, può succedere che il picco si alzi ulteriormente. In questo caso consumando la frutta lontano dai pasti, si evita l’aumento eccessivo della curva glicemica, perché si ha più tempo per smaltire gli zuccheri. A fine pranzo, può appesantire, ma avendo in genere ingerito anche proteine o fibre, la glicemia sarà minore.
Quanto possiamo mangiarne?
Chi soffre di iperglicemia deve stare attento a non eccedere con le quantità e limitarsi a uno-due cachi nel corso della giornata, mai di più. La popolazione generale invece non ha particolari restrizioni, sempre usando il buon senso perché ogni eccesso, anche se l’alimento è salutare, può diventare dannoso per la salute.
Ottimo per chi soffre di gastrite
Il cachi ha un ph lievemente alcalino. Questa caratteristica è utile per chi soffre di gastite o ulcera. Questo frutto abbassa il grado di acidità dei succhi gastrici dello stomaco. Per questo motivo può essere utile anche quando si soffre di reflusso gastroesofageo. Come si diceva contiene anche potassio, che si contrappone al sodio. Quindi è ideale per l’eliminazione della diuresi e per chi soffre di pelle a buccia d’arancia.
Il cachi è amico del cuore
Il cachi contiene anche i flavonoidi. Queste sostanze naturali sono particolarmente importanti per il benessere in generale, e per quella del cuore in particolare. Contribuiscono a tenere sotto controllo la pressione alta e i livelli del colesterolo LDL, quello considerato cattivo. Agiscono, abbassandoli, anche sui livelli di infiammazione nel sangue.
I filamenti scuri all’interno sono ok
All’interno dei cachi si possono natura a volta dei filamenti marroni. Non c’è da preoccuparsi, perché si tratta di una caratterista della varietà di cachi che producono semi. In queste varietà il filamento scuro è proprio nella parte centrale vicino al seme. La presenza dei filamenti non influisce assolutamente sul frutto.
Quante varietà di cachi ci sono?
Le varietà più diffuse in Italia sono essenzialmente due:
- Loto di Romagna con una polpa morbida e quasi gelatinosa,
- Vaniglia della Campania con la polpa più soda e di colore più scuro.
Alcuni tipi si stanno diffondendo molto. Tra questi ci sono i cachi mela, con buccia sottile, colore più chiaro con polpa compatta, simile appunto a quella della mela. Sono meno zuccherini di quelli tradizionali e possono essere impiegati anche in preparazioni salate.