I prodotti con probiotici che si trovano al supermercato secondo un gruppo di scienziati israeliani sono praticamente inutili. Ma la premessa necessaria a questo studio, condotto da un team del Weizmann Institute of Science, è la grandezza del campione analizzato. Solo 25 volontari sani e 46 che avevano fatto un ciclo di antibiotici. I risultati di entrambi gli esperimenti, su individui in salute e non, sono stati pubblicati sulla rivista Cell.
Il primo esperimento
Gli esperti hanno somministrato a 25 volontari sani un cocktail probiotico a base di undici batteri buoni, tra cui ceppi di Lactobacillus e Bifidobacteria. Dopo un mese, hanno prelevato dei campioni da più punti nello stomaco e nell’intestino per capire dove e come i probiotici avessero agito e portato eventuali cambiamenti nell’intestino.
Cos’è un probiotico?
Come ci ha spiegato infatti Andrea Poli, presidente della Nutrition Foundation of Italy, in questo articolo, un probiotico «è un batterio che è in grado di svolgere un effetto favorevole sulla salute. In particolare, ha un’azione benefica sulla flora batterica intestinale – oggi denominata microbiota – perché è in grado di ripristinarne i delicati equilibri. Per essere efficace, però, il probiotici deve essere assunto vivo e in questa forma deve raggiungere l’intestino».
Spesso non superano la bocca
I risultati dell’esperimento, però, hanno mostrato che nella metà dei casi i probiotici assunti rimangono nella bocca e non riescono a scendere a livello intestinale, dove dovrebbero agire. La professoressa Eran Elinav ha dichiarato che è sbagliato aspettarsi che un probiotico pronto all’uso funzioni per tutti. «L’acquisto di probiotici al supermercato senza alcuna personalizzazione e senza alcun adattamento a chi li consuma, almeno in una parte della popolazione, è del tutto inutile» ha sottolineato.
Ogni microbiota è diverso
Dopotutto, ci avevo spiegato ancora Poli, «il microbiota è diverso da individuo a individuo, già dalla nascita: il parto naturale permette di acquisire parte dei batteri dalla madre, mentre chi nasce mediante il parto cesareo svilupperà una flora batterica differente».
Il secondo esperimento
Il gruppo di ricerca, ha poi esaminato l’impatto dei probiotici anche su un campione di persone che aveva fatto un ciclo di antibiotici, dal momento che questi farmaci scombussolano l’equilibrio della flora batterica intestinale. I risultati hanno mostrato che in alcuni casi i probiotici causavano un ritardo nei batteri buoni a ristabilirsi nell’intestino.
Servono approfondimenti
Secondo il professor Trevor Lawley, un ricercatore di microbiomi presso il Sanger Institute, non bisogna essere troppo sorpresi da questi risultati ed essere cauti. «I probiotici sono in circolazione da molto tempo e ora vengono sottoposti a un controllo più approfondito. Questi studi sono molto innovativi, ma sono risultati preliminari che devono essere replicati».
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