Salute del cuore e zuccheri aggiunti. Il binomio è particolarmente pericoloso. La notizia è contenuta in uno studio che ha visto collaborare tre prestigiose università, come quella di Oxford in Gran Bretagna, di Aarhus in Danimarca e di Otago in Nuova Zelanda. Secondo lo studio consumare troppi zuccheri aggiunti aumenta sensibilmente il rischio di andare incontro a malattie cardiovascolari.
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Quali sono gli zuccheri aggiunti? Dove possiamo trovarli?
Gli zuccheri che ingeriamo possono essere naturali o aggiunti. Quelli naturali, come indica il nome, sono quelli che sono naturalmente presenti nei cibi, come quelli della frutta o della verdura. Gli zuccheri aggiunti sono raffinati, usati come zucchero da tavola e nella preparazione dei cibi. Particolare rilievo a tal proposito hanno gli zuccheri cosiddetti nascosti. Si tratta di quei prodotti alimentari che nella loro preparazione prevedono l’uso di zuccheri, anche se sono cibi salati. La maggior parte degli alimenti pronti ne ha larghe quantità. Qui puoi trovare l’elenco dei cibi non dolci che ne contengono di più.
Salute del cuore e zuccheri aggiunti: oltre 100 persone monitorate per quasi 10 anni
I ricercatori in forza ai tre atenei hanno messo sotto osservazione un campione di 110.497 persone. Gli esperti hanno monitorato le loro condizioni di salute per quasi dieci anni. I casi di malattie cardiache sono stati 4.188, 1.124 delle quali riguardanti casi di ictus. Analizzando i dati a loro disposizione, gli scienziati hanno compreso come l’eccessiva assunzione degli zuccheri aggiunti avesse aumentato le probabilità di essere colpiti da questi episodi.
Le fibre aiutano a migliorare la situazione
Ma c’è di più. Non serve mangiare grandi quantità di cibi che contengano gli zuccheri aggiunti. Con un aumento di appena il 5% delle calorie legate agli zuccheri aggiunti, il rischio di malattia cardiaca e ictus aumentava rispettivamente del 6% e del 10 per cento. Se però aggiungiamo alla nostra alimentazione cinque grammi di fibre ogni giorno, il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari scende del 4 per cento.