Mangiare sano, si sa, aiuta a vivere meglio, specie se si soffre di endometriosi. Modificare abitudini alimentari e stile di vita è infatti fondamentale per abbassare i livelli di infiammazione dell’organismo e ritrovare un nuovo equilibrio che permetta a corpo e mente di orientarsi verso un nuovo stato di benessere. È questo il principio alla base del libro La dieta anti endometriosi. L’alimentazione antinfiammatoria per ridurre i sintomi e vivere meglio, scritto da Pietro Giulio Signorile, fondatore e presidente della Fondazione Italiana Endometriosi, nata con lo scopo di implementare la ricerca scientifica sulla malattia e diffonderne la conoscenza nel mondo, insieme a Maria Cassano, biologa nutrizionista e diet coach specialista in patologia clinica. Per ispirare le pazienti affette da endometriosi a una dieta gustosa e senza privazioni, il libro offre anche circa 70 gustose ricette, scritte grazie alla collaborazione del noto Chef Emanuele Giorgione, esperto di healthy food ed alimentazione plant-based.
In questo articolo
Endometriosi: un programma alimentare per alleviare i fastidi e migliorare la qualità di vita
L’endometriosi è una malattia cronica benigna che colpisce circa il 10-20% della popolazione femminile in età riproduttiva ed è causa, oltre che di intenso dolore e malessere psicologico, di infertilità e menopausa precoce. Nonostante sia molto diffusa, ancora oggi è definita “malattia invisibile” per la sua poca conoscenza e per la diagnosi, spesso lunga, complessa o addirittura accidentale. Lo scopo di questo volume, edito da Demetra, è fare chiarezza su quella che va considerata una vera e propria sindrome e proporre un programma alimentare per alleviare i fastidi e migliorare la qualità di vita. «Chi soffre di questa malattia assume molti farmaci antidolorifici che a lungo andare danneggiano la salute, soprattutto a livello cardiovascolare», spiega Signorile. «Questo programma alimentare mira appunto a evitare l’assunzione di farmaci e ridurne gli effetti negativi sull’organismo». Una dieta corretta, oltre che consapevole, gioca quindi un ruolo centrale nella gestione dei sintomi dolorosi e nella progressione della malattia.
Il manuale offre indicazioni sui cibi da ridurre o evitare, come quelli ad alto contenuto estrogenico, vera e propria benzina dell’endometriosi, quelli da incrementare, e fornisce un piano dietetico in tre stadi per ristabilire l’equilibrio ormonale e ripristinare la salute del microbiota intestinale. «Come sappiamo, l’endometriosi è una malattia che cresce con gli estrogeni, per questo riducendo da un lato l’infiammazione e dall’altro l’assunzione degli estrogeni, i pazienti hanno un effetto molto benefico ed evidente sui sintomi della malattia», precisa Signorile. Combinando cibi antinfiammatori e disintossicanti il corpo migliora la risposta insulinica e la sintomatologia globale della malattia, oltre a rafforzare il sistema immunitario.
Cosa mettere dunque in tavola?
Via libera a omega 3 (presenti in alimenti quali pesce azzurro, salmone, tonno, olio d’oliva, frutta secca e avocado) omega 6 e fibre, amiche della digestione e del funzionamento dell’intestino, oltre che determinanti nella riduzione dell’assorbimento degli estrogeni. Bene, anzi benissimo, anche verdure, cereali integrali, legumi ricchi di proteine, frutta e semi oleosi. Attenzione invece agli alimenti che non favoriscono la riduzione del dolore. Si consiglia di limitare il consumo di carne rossa (meglio bianca), latticini (il latte vaccino ha una variante di caseina a più elevata capacità infiammatoria rispetto al latte di capra, pecora o bufala) e glutine. Ma non è tutto, per i più golosi stop a merendine, barrette, biscotti, bevande zuccherine e patatine, perché aumentano l’infiammazione e i dolori nella zona addominale. Occhio anche ad alcol, caffeina e a tutti i prodotti ad alto contenuto di ormoni o antibiotici, estrogeni (come ad esempio avena e segale) e fitoestrogeni (alimenti contenenti soia, tofu, seitan ed edamame). Non mancano poi nella lista nera lo zucchero e le farine bianchi, i prodotti da forno raffinati e i grassi saturi.
Beatrice Foresti