Meglio senza glutine… ovviamente se soffrite di celiachia o di sensibilità al glutine! Sono due malattie molto frequenti ma ancora troppo spesso sotto-diagnosticate: per esempio si stima che solo il 21% dei celiaci riceva una diagnosi adeguata; ancora più complessa la diagnosi di sensibilità al glutine, malattia ‘nuova’ nel senso che è stata clinicamente inquadrata solo di recente. Sintomi come gonfiore, dolore addominale e cefalea, potrebbero nascondere infatti la sensibilità al glutine o la celiachia: proprio per chiarire i dubbi e offrire informazioni in più sull’alimentazione senza glutine, dal 19 al 23 maggio si tiene la terza settimana nazionale “Meglio senza glutine” dedicata all’informazione sui disordini glutine correlati, promossa da AIGO, l’Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Ospedalieri, e ADI, l’Associazione Italiana Dietetica e Nutrizione Clinica.
La celiachia è causata da una proteina, il glutine, presente nel frumento, nell’orzo o nella segale, che provoca un attacco all’intestino tenue da parte del sistema immunitario ed è una patologia in continua espansione a livello mondiale con un’incidenza che arriva fino all’1% della popolazione. Per diagnosticare la celiachia esistono test specifici mentre la sensibilità al glutine non celiaca necessita di una diagnosi cosiddetta di esclusione, che si basa sostanzialmente sull'eliminazione dalla dieta degli alimenti contenenti glutine. La terapia risolutiva è la dieta senza glutine: rigorosa e a vita nel caso della celiachia; temporanea e da adottare sotto stretto consiglio del medico nel caso della sensibilità al glutine non celiaca.
In questa intervista Luca Elli, gastroenterologo responsabile del Centro celiachia del Policlinico di Milano, spiega la differenza tra celiachia e sensibilità al glutine.