Dieta

Post-it della domenica

Non è che io sia fissata o lo faccia per mantenere la linea (vabbè, anche sì). E’ solo che mangiare male mi stanca. Se qualcuno ha mai provato a ‘trattenersi’ un po’ a tavola, anche solo per un breve periodo, mi può capire. Un dettaglio che, poi, si aggiunge alla certezza che il lavoro mi abbia fregata, ormai da tempo: non posso più fare una dieta dissoluta. Perché ogni volta che devo scrivere un articolo per il giornale o chiedere un approfondimento a un nutrizionista-dietista-gastroenterologo-o chi per lui, mi faccio inevitabilmente influenzare e devo/voglio provare TUTTO: dal digiuno terapeutico, ai germogli nelle insalate, ai centrifugati per la dieta liquida, alle alghe per accelerare il metabolismo.

E così, ho scoperto che mangiare in modo organizzato mi dà più energia e, in generale, mi fa sentire che mi voglio quel tanto di bene necessario all’umore e all’autostima. Per farlo, basta veramente poco, mettere da parte la pigrizia per qualche minuto al giorno o forse solo il concedersi la liberà di cambiare abitudini (filosofia che io applico in ogni angolo della vita). Quasi tutti i miei amici mangiano qualcosa al volo a pranzo davanti al computer- un panino, nella migliore delle ipotesi – seguito da qualche snack e più di un caffè per tenersi svegli tra una conference-call e un’emergenza (e qui a Milano sono tutti un ‘scusa, adesso non posso ho un’emergenza’, e no, non siamo tutti medici di pronto soccorso). Per poi arrivare alla sera completamente ko, privi di energie e con la voglia (consolatoria) di mangiarsi l’impossibile. Dopo l’ufficio, i più motivati riescono anche a caricarsi su un tapis-roulant in palestra, quando ormai sono già in deficit di energia. Il problema, qui, è che il metabolismo se ne frega dei nostri impegni: al mattino si sveglia attivo e poi, piano piano, rallenta verso sera. Basta dargli ciò che vuole, e negli orari giusti, per avere un alleato fedele per la vita. Se lo si ignora, ecco che andiamo fuori forma, fisica e mentale.

Gruppo San Donato

Come dicevo, ci vuole solo organizzazione. E nemmeno quotidiana: ho scoperto che bastano 30 minuti alla settimana per concentrarsi e fare un elenco di ciò che mangeremo nei prossimi sette giorni. Materiale occorrente: un frigorifero, una dispensa con un paio di alimenti base (se cereali, è meglio), una penna, un post-it colorato, vaschette di plastica (colore e capienza a piacere). Importante poi scegliere il giorno e l’orario, per me è la domenica verso le 19, che da sempre considero una terra di mezzo tra il weekend che ormai è andato e la frenesia di una nuova settimana ai blocchi di partenza. E organizzarsi senza rigidità, che è ciò che fa fallire i buoni propositi. Ad esempio, non decido mai a tavolino che cosa ci sarà in tavola nel weekend, ma sono disciplinata nei giorni in cui vado in piscina (si chiama programma anti-annegamento) e mi tengo una sera ‘off’ alla settimana dove può capitare l’aperitivo o l’invito a cena da amici. Così va anche anche questa sera, a fare la lista per me e per J. (sì, si può educare un uomo ad amare la quinoa, accettando e facendogli accettare che no, non sarà mai un amore intenso come quello per la mortadella ma va bene lo stesso). E ci anche messo meno di mezz'ora.

Mostra di più
Pulsante per tornare all'inizio