Dieta

Dieta di Mahmood: come funziona la META?

Il Metodo Evolutivo di Trasformazione Alimentare mette al centro il benessere psico-fisico della persona, con un percorso personalizzato che va oltre la semplice dieta

Il Metodo META non si basa su un conteggio rigido delle calorie, né su modelli estetici imposti dall’esterno. Al contrario, parte da un concetto rivoluzionario: accettare il proprio corpo, riconoscerne la natura e lavorare per migliorarne l’equilibrio, sia fisico che mentale.

Si tratta di un protocollo di trasformazione personalizzato che agisce su più livelli: psicologico, nutrizionale, comportamentale e metabolico.

Dieta META: ogni percorso è unico

Il programma META è pensato per qualsiasi livello di sovrappeso, dalle condizioni lievi fino all’obesità grave. La chiave è la personalizzazione: ogni paziente è seguito da un team multidisciplinare che costruisce un piano su misura, tenendo conto di:

  • Storia personale e relazionale con il cibo
  • Stile di vita e abitudini quotidiane
  • Tempo disponibile e attitudini individuali
  • Aspetti emotivi e psicologici legati al peso

Il peso non è il centro di tutto

A differenza delle diete tradizionali, il Metodo META non pone il peso come unico indicatore di salute. Anzi, lo considera solo un tassello all’interno di un quadro più complesso, dove entrano in gioco anche:

  • la percezione corporea,
  • l’autostima,
  • le emozioni legate al cibo,
  • le aspettative sociali o familiari.

Spesso, dietro qualche chilo in più, si cela un disagio emotivo o una condizione stressante che va ascoltata e compresa prima ancora di agire sul piano nutrizionale.

Come funziona la dieta META

  1. Valutazione iniziale: si parte dall’identità della persona
    Il primo passo è l’analisi approfondita del paziente: non solo del peso o delle misure corporee, ma anche delle abitudini, dello stile di vita, del rapporto con il proprio corpo.
  2. Educazione al benessere: consapevolezza prima della dieta
    Il Metodo META lavora per aumentare la consapevolezza del proprio valore, ridurre la percezione distorta dell’immagine corporea e favorire scelte sostenibili e reali, che si integrino nella quotidianità. Ad esempio, non si imporranno allenamenti estenuanti a chi è sedentario da anni. Al contrario, verranno suggerite attività compatibili con le abitudini del soggetto.
  3. Nutrizione personalizzata: mangiare in armonia con la propria natura
    Solo dopo aver affrontato questi aspetti, si arriva alla fase nutrizionale, che non prevede un piano alimentare rigido, ma un percorso che rispetti la costituzione fisica, la biochimica individuale, il modo in cui il corpo risponde agli alimenti. L’obiettivo non è raggiungere una “taglia ideale”, ma la forma più sana e armoniosa per ciascuno, anche se significa restare curvy, ma in pieno equilibrio metabolico e ormonale.

Le basi scientifiche della dieta META

Il Metodo META è supportato da una solida base scientifica. Alla base c’è una mappatura genetica attraverso un prelievo salivare. L’analisi del DNA consente di conoscere:

  • la predisposizione genetica all’aumento di peso
  • la risposta dell’organismo ai nutrienti
  • la presenza di eventuali mutazioni che influenzano il metabolismo.

Le conoscenze derivano da studi avanzati sul genoma umano e la leptina, l’ormone della sazietà, che ha permesso negli ultimi anni una nuova lettura dell’obesità come fenomeno multifattoriale, non solo legato all’alimentazione.

Conclusione: dimagrire con consapevolezza e rispetto per se stessi

Il Metodo META non propone scorciatoie né soluzioni rapide. Propone un percorso educativo, un cambiamento duraturo che mette la persona al centro, nella sua complessità. Per dimagrire davvero, è necessario ritrovare l’equilibrio, non solo perdere peso.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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