Letteralmente, doggy bag significa “vaschetta degli avanzi per il cane”. In realtà doggy bag è un’espressione idiomatica: anche se chiamata così, la doggy bag non è destinata solo ai nostri animali domestici, ma soprattutto a noi, permettendoci di portare a casa gli avanzi dal ristorante evitando uno spreco di cibo. Il termine deriva da una tradizione americana, ma è un’usanza radicata anche in altri Paesi, soprattutto in Francia e Gran Bretagna.
Italia
In Italia, invece è un’abitudine ancora poco praticata. Sul tema gli italiani sono sempre stati un po’ snob. La maggior parte non chiede mai di portare via gli avanzi per diverse motivazioni. C’è chi è timido, chi è disinteressato, chi pensa sia da maleducati, chi dice di non sapere che farsene. In altri casi, invece, la colpa è dei ristoranti che non hanno i contenitori. Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè relativa al 2020, solo 1 italiano su 3 (il 34%) almeno qualche volta porta a casa gli avanzi del ristorante con la doggy bag.
Francia
In Francia è entrato in vigore nel 2016 l’obbligo per i ristoranti con più di 180 coperti di fornire ai loro clienti la doggy bag. La legge non si rivolge solo ai ristoranti, ma anche ai supermercati, che hanno il dovere di girare alle organizzazioni caritatevoli il cibo vicino alla scadenza. Un provvedimento importante in un periodo in cui l’attenzione mondiale è concentrata sull’aumento dell’inquinamento e sui modi in cui limitarlo e che fa parte di un’iniziativa del governo francese per dimezzare gli sprechi di cibo, nella ristorazione francese pari a circa un milione di tonnellate l’anno.
Stati Uniti
Negli Stati Uniti la doggy bag è una pratica più che consolidata. A diffonderla soprattutto i vip e personaggi influenti, come Michelle Obama, sempre in prima linea sulle tematiche alimentari. Durante una visita ufficiale in Italia con il marito, quando erano ancora presidente e first Lady, Michelle non esitò a uscire da un ristorante romano con un pacchetto contenente gli avanzi della cena. Ma non solo, anche la cantante Rihanna si è fatta immortalare all’uscita di un prestigioso locale di Santa Monica con una bottiglia di Sassicaia non ancora finita.
Germania e Austria
Oltre alla Francia con la sua recente legge, i paesi europei più all’avanguardia nella lotta agli sprechi alimentari sono la
Germania e l’Austria, dove tra il 2012 e il 2013 si è diffuso il food sharing. Una
piattaforma web che unisce chi ha avanzi in cucina con chi fa fatica ad arrivare a fine mese.
Doggy bag al supermercato
Ora tocca a noi italiani: in molte città è attivo il servizio di app come To Good To Go, MyFood, Last Minute Sotto Casa, app contro lo spreco alimentare che permettono ai ristoratori di mettere in vendita a prezzi simbolici sacchetti o scatole contenenti una selezione di prodotti e piatti freschi rimasti invenduti che non possono essere rimessi in vendita il giorno successivo perché in scadenza. Una sorta di doggy bag realizzata dal supermercato, che permette ai clienti di fare una buona azione, a buon prezzo, limitando lo spreco. E in più c’è la sorpresa di cosa si troverà nel sacchetto.