Come scegliere i fermenti lattici può essere sinonimo, di come scegliere il modo di stare in salute. Pancia in disordine, organismo sotto stress, pile scariche: uno dei primi rimedi a cui pensiamo sono i fermenti lattici. Stando ai dati, infatti, gli italiani sono tra i primi consumatori in Europa. E le confezioni di prodotti che riportano la scritta «con fermenti lattici», «ricco di fermenti lattici» si trovano un po’ dappertutto. Dal banco frigo del supermercato, su yogurt e latti fermentati, agli scaffali con integratori, fino a farmacie e parafarmacie. Ma che differenza c’è? Uno vale l’altro?
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Come scegliere i fermenti lattici: attenzione alle differenze
«La prima sostanziale differenza è tra ciò che si definisce fermento lattico e i fermenti lattici probiotici. I primi sono batteri in grado di produrre acido lattico grazie alla fermentazione del lattosio presente nel latte. Il loro uso è antichissimo per produrre formaggi e yogurt. Il nome fa quindi riferimento a una funzione microbica che microrganismi, anche diversi tra loro, sanno compiere. I fermenti lattici probiotici sono, per definizione, organismi vivi, in grado di mantenersi tali fino al tratto gastrointestinale e di colonizzarlo, per citare l’Oms, “per apportare un beneficio alla salute dell’ospite”, ovvero sostenere lo sviluppo dei “batteri buoni” e contrastare la crescita di quelli “cattivi”». Patrizia Brigidi è docente di biotecnologia delle fermentazioni al Dipartimento di scienze mediche e chirurgiche dell’Università di Bologna. «
Come scegliere i fermenti lattici: meno efficaci quello nei prodotti alimentari
I prodotti ricchi di fermenti lattici, come yogurt e kefir, sono benefici per l’organismo. «La crescita dei microbi degrada il lattosio e rompe le catene complesse di zuccheri rendendo l’alimento più facilmente assimilabile, a partire dalle proteine di cui è ricco. Inoltre, questi alimenti aiutano a rendere l’ambiente più acido. Sappiamo che un pH più acido è in grado di svolgere un’azione di maggiore contrasto ai patogeni». Emilia Ghelardi è docente di microbiologia all’Università di Pisa.
Differenza tra fermenti nei prodotti alimentari e gli integratori
L’azione probiotica non è per tutti la stessa. Ad esempio, le fermentazioni che avvengono nel kefir sono più complesse di quelle che ritroviamo nello yogurt. Dunque l’effetto probiotico è più considerevole. Lo stesso vale per i latti fermentati. Tra i prodotti alimentari del banco frigo, alcuni contengono fermenti lattici probiotici. Una volta ingeriti, però, non si sa se – ed eventualmente in quale numero – sopravvivano attraverso le barriere stomaco-duodeno-intestino tenue e dunque riescano ad apportare un beneficio. «I prodotti alimentari del banco frigo con fermenti lattici non sono tenuti a garantire una certa carica microbica viva, né a dichiarare la concentrazione degli microrganismi contenuti», precisa Patrizia Brigidi. Devono rispondere ad altre caratteristiche, come essere gradevoli al palato. «I fermenti lattici probiotici venduti come integratori in farmacia o parafarmacia, invece, per legge, devono avere determinati requisiti:
- contenere almeno un miliardo di organismi vivi,
- garantire che questi arrivino attivi all’intestino per ripristinare l’equilibrio intestinale».
Un sostegno al sistema immunitario
Un ruolo non da poco. Apportare un beneficio al microbiota intestinale, un tempo chiamato flora batterica, significa farlo a tutto l’organismo. Questo perché l’insieme dei batteri che popolano il nostro intestino gioca un ruolo chiave per la salute, anche se spesso ce ne accorgiamo solo quando questo equilibrio si altera e insorgono disturbi. «Il microbiota intestinale è un ecosistema molto complesso, comprende circa mille specie batteriche, sia ad azione nociva che protettiva che, in una situazione di normalità, sono in perfetto equilibrio tra loro», spiega Emilia Ghelardi.
Qual è il ruolo dei batteri?
I batteri nel loro insieme svolgono una serie di azioni:
- prendono parte al metabolismo delle proteine e alla sintesi di alcune vitamine,
- riforniscono il corpo dei prodotti nutritivi necessari,
- evitano che residui alimentari ristagnino troppo a lungo nell’organo garantendo la corretta motilità dell’intestino,
- contribuiscono all’efficienza del sistema immunitario in quanto producono sostanze antimicrobiche,
- formano una barriera protettiva per evitare che il loro ambiente venga colonizzato da parte di altri microrganismi.
Che succede quando i batteri non sono in equilibrio?
Questo equilibrio perfetto però può rompersi. Le cause possono essere molte:
- a causa di un’alimentazione troppo ricca di alimenti raffinati e povera di frutta e verdura,
- un uso eccessivo di alcuni farmaci,
- malattie intestinali.
Possono insorgere sintomi come:
- meteorismo,
- flatulenza,
- dissenteria o stitichezza,
- può diminuire l’assimilazione dei nutrienti provocando carenze,
- stanchezza,
- fragilità di capelli,
- si può alterare il funzionamento del sistema immunitario.
Come scegliere i fermenti lattici: molto utili dopo una cura antibiotica
I fermenti lattici probiotici in questi casi possono aiutare. «Uno degli ambiti in cui si sono rivelati più efficaci è il trattamento della diarrea causata da una terapia antibiotica. È stato scientificamente dimostrato che i fermenti lattici probiotici aiutano a ripristinare l’equilibrio del microbiota alterato dall’antibiotico, ristabilendo la funzionalità intestinale.
Come scegliere i fermenti lattici: utili in moltissimi casi
Ma sappiamo anche che questi batteri hanno un ruolo importante sull’equilibrio del sistema immunitario, che è presente per il 70% proprio nel tratto gastro-enterico. Nel tempo, poi, si sono accumulati numerosi studi che hanno indagato l’efficacia dei fermenti lattici probiotici anche nella prevenzione e trattamento di altri tipi di disordini, patologie infiammatorie intestinali, obesità, diabete, ipersensibilità alle allergie, autismo. In diversi casi i risultati ottenuti sono stati molto promettenti, ma i dati prodotti non possono ancora dirsi conclusivi come invece lo è il ruolo svolto nel riequilibrare la flora intestinale».
Come scegliere i fermenti lattici: i più efficaci sono lattobacilli e bifidobatteri
Come orientarsi nella scelta? «Tra bottigliette, bustine o capsule può esserci la stessa validità in termini di qualità ed efficacia. Ciò che conta sono il tipo di microrganismo presente, la carica microbica e l’affidabilità del prodotto, senza dimenticare la corretta assunzione», chiarisce Emilia Ghelardi. «Per quanto riguarda i microrganismi, i lattobacilli sono risultati tra i più efficaci. Ce ne sono tante specie, Lactobacillus acidophilus, L. planturum, L. rhamnosus, L. casei, L. reuteri. Ciascuna ha proprietà diversi ma tutti sono in grado di competere con i microrganismi patogeni, facilitare l’assorbimento di sostanze nutrienti e possono coadiuvare in caso di malattie intestinali. Anche i bifidobatteri hanno dimostrato di contribuire all’equilibrio della regione intestinale, soprattutto in caso di colite, stitichezza e disturbi gastrointestinali non causati da fattori esterni».
I vantaggi delle formulazioni miste
Se lattobacilli e bifidobatteri sono efficaci, possono esserlo ancora di più se in combinazione tra loro o con altri probiotici, altri tipi di batteri o lieviti in grado di oltrepassare le «forche caudine» degli acidi gastrici e arrivare integri nel colon. «Le formulazioni multiceppo, multispecie e multigenere raggiungono risultati più soddisfacenti nel riequilibrio intestinale. Ceppi e specie diversi colonizzano differenti tratti dell’intestino. Si sostengono reciprocamente e lavorano in sinergia rafforzando l“effetto barriera” che protegge dalla colonizzazione di batteri patogeni».
I fermenti lattici probiotici si trovano anche associati a integratori, specialmente vitamine (D, B, K e altre che non siamo in grado di produrre da soli), in modo da sopperire meglio in caso di carenze. «Il consiglio generale è di optare per prodotti di aziende con controlli di qualità elevati, per una maggiore garanzia della correttezza delle informazioni riportate sulla confezione. Su dosaggio e tempi di somministrazione vanno seguite le indicazioni del medico e del foglietto illustrativo. In genere, per essere efficaci andrebbero assunti per circa 3-4 settimane».
Cosa sono invece i prebiotici?
Cereali integrali, banane, cipolle, aglio, miele, carciofi… Sono alcuni degli alimenti in cui si trovano i prebiotici. Si tratta di particolari sostanze che non vengono assimilate dall’organismo, ma utilizzate dal microbiota intestinale per migliorare il benessere e sostenere i batteri «amici». In pratica hanno la caratteristica di arrivare indigeriti nel colon e di fungere da nutrienti per i batteri «buoni» presenti nell’intestino che sono in grado di fermentarli, traendone energia per il proprio metabolismo e per la propria crescita. Il quantitativo giornaliero utile a un buon funzionamento dell’apparato digerente è di circa 5 grammi. Per preservarlo il più possibile gli esperti consigliano di consumare questi cibi crudi o dopo una leggera cottura al vapore.
Le versioni pediatriche adatte anche ai più piccoli
Neonati e bambini hanno una maggiore fragilità intestinale rispetto agli adulti, che li rende più soggetti a problemi come gonfiore, meteorismo, diarrea, coliche. Una spiegazione scientifica c’è. Il microbiota intestinale disegna una sorta di traiettoria nell’arco della vita. Alla nascita l’intestino è sterile, la sua colonizzazione inizia subito dopo il parto quando viene esposto ai microbi dell’ambiente e man mano si amplia, diventando più complesso. In casi di disturbi intestinali, specialmente dopo una cura antibiotica o un’alimentazione scorretta, anche per i più piccoli spesso il pediatra consiglia l’uso di fermenti lattici probiotici. I prodotti rispetto a quelli degli adulti hanno concentrazioni più basse di microrganismi vivi, ma adatte a contrastare gli agenti patogeni responsabili dei disturbi più comuni. Si trovano spesso combinati con vitamine con cui rafforzano l’effetto benefico di ripristino del microbiota.