Il senso del gusto è quello che da sempre ci permette di riconoscere e soprattutto di selezionare il cibo, facendoci per esempio evitare quelli avariati. Un aspetto interessante è che la capacità di distinguere i sapori è presente ancor prima della nascita: le papille gustative infatti si formano nel periodo embrionale e dunque il feto è in grado di percepire il sapore del liquido amniotico che contiene tra l’altro glucosio.
Non dimentichiamo che il cibo può essere terapia: esistono infatti patologie legate ad errori congeniti del metabolismo che non consentono i normali i processi di trasformazione degli alimenti nell’organismo.
Le conseguenze possono essere pericolose, perché se un difetto del metabolismonon permette di assimilare un nutriente, questo può accumularsi nel corpo, diventando tossico.
Questi sono stati i temi al centro del convegno “Treateat” promosso dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma , in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di
Pollenzo, svoltosi nell’ambito delle iniziative della Santa Sede a Expo Milano 2015.
In questa videointervista il professor Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, ci parla del legame tra geni e gusto.
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