L’osteoporosi è una malattia delle ossa molto comune che provoca un indebolimento dello scheletro, che può causare fratture. Sono tre milioni e mezzo solo in Italia le donne che ne soffrono, mentre gli uomini sono più di un milione. Spesso l’osteoporosi viene diagnosticata solo dopo che ci si è rotti un osso, soprattutto il femore. L’osteoporosi è la più diffusa tra le malattie ossee ed è correlata all’età. I bassi livelli di estrogeni tipici della post menopausa e i cambiamenti dovuti all’invecchiamento riducono infatti progressivamente la quantità e la qualità del tessuto osseo.
Questo non significa che non dobbiamo occuparcene quando siamo giovani. Anzi, le nuove linee guida raccomandano di iniziare la prevenzione già da giovanissimi, quando lo scheletro cresce e si forma. Se si arriva infatti con ossa forti nell’età critica sarà più facile intervenire. Ecco il video-riassunto dell’articolo:
In questo articolo
Le cause dell’osteoporosi
Chi ha una forma grave di osteoporosi può arrivare a rompersi un osso semplicemente con un colpo di tosse forte o uno starnuto. Questa malattia ha diverse cause, tra le quali:
- uno scarso apporto di calcio, che fa diminuire la densità delle ossa,
- il fumo di sigarette e di cannabis,
- anoressia e bulimia,
- uno stile di vita sedentario,
- l’abuso di alcol.
Quali sono i fattori di rischio?
Sono diverse le situazioni che alzano il rischio:
- il sesso – le fratture causate dall’osteoporosi sono due volte più frequenti tra le donne che tra gli uomini,
- precedenti familiari,
- essere molto magri,
- chi soffre della malattia di Crohn,
- chi vive con la celiachia,
- vivere in zone molto inquinate. Uno studio dell’Istituto per la Salute Globale di Barcellona ha dimostrato come l’inquinamento dell’aria riduca la densità delle ossa fra la popolazione anziana, diventando così un altro fattore di rischio dell’osteoporosi.
Puoi rispondere a questo test veloce per capire quale sia la situazione delle tue ossa. Bastano pochi minuti. Potrai consegnare i risultati al tuo medico di famiglia.
Come fare la diagnosi
La mineralometria ossea computerizzata, nota come Moc, è il modo più accurato per misurare la massa ossea. In particolare si misura la sua densità minerale, cioè la quantità di calcio e fosforo presente. È consigliata a chi:
- sia in menopausa precoce (prima dei 45 anni),
- fumi,
- sia troppo magra o non assuma calcio a sufficienza con la dieta,
- a coloro che assumono cortisone,
- abbia malattie che possono influenzare negativamente la salute delle ossa.
- Si consiglia anche dopo dieci anni dalla menopausa e comunque alle over 60.
In ogni caso, per la diagnosi e per pianificare, se necessario, l’opportuno trattamento farmacologico, la Moc va sempre seguita dalla valutazione del rischio fratture. In altre parole, attraverso l’uso di appositi algoritmi che tengono conto di età, peso, altezza, del risultato della Moc e altri dati relativi alla salute e agli stili di vita, si calcola il rischio che la paziente corre di andare incontro a una frattura.
Anticipare i tempi
In presenza di importanti fattori di rischio, è bene non aspettare l’evento fratturativo e sottoporsi a MOC (mineralometria ossea computerizzata) e analisi del rischio anche prima dei 65 anni, soglia individuata dalle linee guida per eseguire la MOC nella popolazione generale, a basso rischio: le terapie farmacologiche oggi disponibili, infatti, sono altamente efficaci anche in ottica di prevenzione, in quanto capaci di aumentare la densità minerale ossea.
C’è anche un nuovo test
Spesso, però, questo dato non basta. Migliorare la conoscenza della situazione specifica del paziente richiede di studiare anche la complessa struttura trabecolare all’interno dell’osso, che è la prima spia delle alterazioni ossee. Infatti le trabecole, che formano quella “rete” presente nel tessuto osseo interno, contribuiscono alla complessa funzione meccanica dell’osso.
Si tratta del BES TEST, dove BES è l’acronimo di Bone Elastic Structure, il test per monitorare la struttura elastica dell’osso.
«Mediante l’uso del BES TEST è possibile diagnosticare il rischio di fratture fragili con un test veloce, mini invasivo e in piena sicurezza». Francesca Cosmi, inventrice del BES TEST, Co-Founder di M2TEST e professore associato all’Università di Trieste.
Nei maschi le ossa sono più forti
Vero, ma non si può dimenticare che solo in Italia sono un milione gli uomini che ne soffrono. Molto meno rispetto alle donne che superano i 3.500.000. È importante dunque sensibilizzare tutta la popolazione, perché il problema delle complicanze dell’osteoporosi ha assunto ormai dimensioni pari per incidenza e costi a quelle dell’infarto e degli ictus cerebrali. Negli ultimi anni, però, si stanno cominciando a raccogliere i frutti del lavoro di prevenzione sulla popolazione femminile: dal 2004 al 2009 c’è stata infatti una riduzione di circa il 10% delle fratture femorali nelle donne di età compresa tra 65 e 74 anni, che sono il target principale delle campagne di sensibilizzazione.
Basta mangiare i latticini?
Un’alimentazione equilibrata, in grado di garantire un’adeguata quantità di calcio e di altri nutrienti, è sicuramente fondamentale per preservare la salute delle ossa. Bere latte e mangiare latticini è importante per assumere un adeguato apporto di calcio: la Siommms, nelle sue linee guida, ne raccomanda almeno 1 grammo al giorno a chi ha più di 65 anni. È importante però fin da giovani rifornire di calcio il nostro organismo attraverso la dieta, perché raggiungiamo il picco di massa ossea entro i 20-25 anni, ed è quella riserva che viene poi rimodulata nel periodico rinnovamento del tessuto osseo. Per fortuna esistono molti cibi, che non sono latticini, per fare il pieno di questo prezioso minerale. Questo è particolarmente utile per chi sia allergico o intollerante al lattosio (anche se in questo caso esistono le versioni senza il lattosio) e per i vegani, che non mangiano alimenti di provenienza animale.
Anche frutta e verdura sono utili a preservare il nostro scheletro, perché contengono sali minerali, in particolare sali di potassio che riducono il riassorbimento osseo e l’escrezione di calcio attraverso le urine. Qui puoi trovare la dieta per avere ossa forti.
Farmaci e integratori
Il primo passaggio in caso di mancanza di calcio è migliorare l’alimentazione, ricorrendo ad alimenti naturalmente ricchi di calcio: latte, yogurt, formaggi, mandorle, noci, o acque minerali. Lo specialista può prescrivere l’assunzione dei cosiddetti farmaci antifratturativi, in caso di osteoporosi conclamata. In farmacia si trovano diversi integratori di sali di calcio cui ricorrere, se necessario, al fine di soddisfare il fabbisogno giornaliero di questo minerale.
La vitamina D e l’osteoporosi
Un alleato prezioso della salute delle ossa è la vitamina D, perché regola la quantità di calcio assorbita dal nostro intestino. L’Italia è il Paese dove si assume meno vitamina D: l’80% delle donne anziane è carente di vitamina D, e lo è il 40% delle cinquantenni. Per questo la terapia farmacologica dell’osteoporosi è associata all’assunzione di una giusta quantità di vitamina D, il cui fabbisogno non è soddisfatto solo dall’alimentazione perché sono pochi gli alimenti che la contengono (olio di fegato di merluzzo, salmone, uova) e solo in piccole quantità. Molto importante è anche fare lunghe camminate all’aria aperta o andare al mare per prendere il sole, perché l’irradiazione solare garantisce l’80% del fabbisogno di questa vitamina. Bastano 20 minuti al giorno di esposizione al sole per un mese d’estate per fare la provvista di vitamina D per tutto l’anno.
Attenzione, non basta come terapia per l’osteoporosi
Troppo spesso i medici prescrivono la vitamina D come terapia dell’osteoporosi. In realtà questa sostanza non è in grado di intervenire sulla patologia. Dovrebbe fungere solo da supporto alla cura primaria, costituita da farmaci antifratturativi, bifosfonati in prima linea. Tuttavia nel nostro Paese l’utilizzo di questi medicinali risulta in forte calo, soprattutto a causa di infondati allarmismi. In realtà le reazioni avverse sono limitate e fortemente correlate con la dose del farmaco e la durata della terapia.
I peggiori nemici delle ossa
Fumo, alcol e sedentarietà. Il fumo è associato alla perdita di massa ossea, tanto che è stato riscontrato che smettere di fumare ha quasi gli stessi effetti dei farmaci che favoriscono la formazione di nuovo tessuto osseo. L’abuso di alcol, invece, non solo compromette l’attività degli osteoblasti, le cellule che costruiscono le ossa, ma inibisce addirittura la formazione di vitamina D. Anche l’eccessiva assunzione di bevande acide (le varie cola, per esempio) e i farmaci cortisonici danneggiano a lungo andare le ossa, con un’azione demineralizzante. Ma il nemico numero uno delle ossa è la sedentarietà sempre più dilagante: le rende fragili.
Esercizio fisico e osteoporosi
Gli esercizi giusti per le ossa sono tutti quelli che stimolano la contrazione muscolare, perché il muscolo agendo sull’osso ne determina una maggiore densità. Ben venga dunque l’attività aerobica (come ballo, pilates, passeggiate all’aria aperta) abbinata a esercizi di controresistenza (come sollevare pesi di 1-2 chili) per stimolare la massa muscolare e la resistenza del tessuto osseo. Non sono troppo indicati il nuoto e la bici, perché l’osso viene rafforzato dalla resistenza alla forza di gravità e dalla trazione mentre, in sport che non prevedono un impatto con la superficie, non viene particolarmente stimolato.
L’ideale sarebbe dedicare ogni giorno almeno 30 minuti continuativi all’attività fisica, perché è l’unico rimedio non farmacologico in grado di contrastare la perdita di massa ossea. Per questo è importante incoraggiare gli anziani a camminare almeno mezz’ora al giorno per contribuire a ridurre il rischio di cadute e quindi di frattura.
Quali sono le terapie contro l’osteoporosi?
Con il passare degli anni la cute è meno capace di sintetizzare vitamina D, indipendentemente dall’esposizione solare, per cui è necessario innanzitutto colmarne il deficit con gli integratori. Così come è necessario il ricorso a integratori a base di calcio quando la dieta ne è carente. Poi si procede con la terapia farmacologica, che viene sempre disegnata su misura del paziente in base al grado di rischio fratture riscontrato. Per approfondire il tema delle terapie contro l’osteoporosi leggi l’intervista alla professoressa Maria Luisa Brandi, docente di endocrinologia all’Università di Firenze e presidente della Fondazione Italiana per la Ricerca sulle Malattie dell’Osso.