Niente carne artificiale nel nostro Paese. Con 159 voti favorevoli, 53 contrari e 34 astenuti, la Camera approva il disegno di legge presentato dal ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida, e vieta la produzione e la vendita di alimenti e mangimi derivati da colture cellulari o tessuti di animali vertebrati. Non solo: in Italia non si potrà neanche utilizzare il termine “carne” per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali. Il nostro è il primo Paese in Europa a introdurre una restrizione del genere.
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Carne artificiale: come si produce?
La carne artificiale si crea partendo dalle cellule staminali dell’animale che si vuole replicare. Esperti prelevano cellule dal muscolo di un animale ancora vivo e le si coltivano all’interno di un bioreattore. Al suo interno ci sono le stesse condizioni che si trovano all’interno del corpo dell’animale. Le cellule vengono alimentate con un apposito mix di alimenti per potenziarne la crescita. In poche settimane si può avere già una quantità di carne importante, contro l’anno e mezzo che serve per far crescere un bovino adulto.
La storia della carne artificiale
Si parla di carne artificiale da 21 anni. Era il 2001 quando la Nasa ha fatto partire dei test per capire se fosse possibile produrre alimenti freschi nello spazio. Bisognerà aspettare fino al 2013 però per avere il primo hamburger, prodotto dal Dipartimento di fisiologia dell’Università di Maastricht nei Paesi Bassi. In meno di dieci anni il prezzo di un hamburger di carne artificiale è passato da quasi 300.000 euro a meno di 10.
Dove si può mangiare?
Mentre si attende l’ok della Food and Drug Administration negli Stati Uniti, è Singapore l’unico Paese in cui abbiamo la possibilità di degustare questa carne. Ormai da un anno un ristorante prepara un piatto a base di carne artificiale. Anche in Israele si può mangiare questo tipo di carne, ma prima bisogna firmare una liberatoria per assumersi ogni rischio. In Europa ci vorrà ancora tempo, perché oltre al via libera dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, dovrà arrivare anche il semaforo verde da parte della Commissione europea.
I vantaggi della carne artificiale
Il primo vantaggio è la sostenibilità ambientale. Sappiamo che gli allevamenti inquinano parecchio. Un dato su tutti: contribuiscono a quasi il 15% di tutti i gas serra. In più per produrre un chilogrammo di carne occorrono oltre 11.000 litri di acqua, contro i massimo 521 della versione artificiale. Senza contare il fatto che il consumo di suolo si riduce del 99 per cento.
Ci sono poi condizioni di salute importanti. Gli allevamenti intensivi sono stati nella storia causa di epidemie, come ad esempio l’influenza suina o la mucca pazza. Spesso si usano antibiotici che possono portare alla pericolosa antibiotico resistenza. Molto spesso gli animali sono allevate in condizioni pessime per aumentarne la produttività.
Ci sono controindicazioni?
Ovviamente i contrari sono gli allevatori. La Coldiretti sostiene che gli allevamenti sono importanti non solo per l’economia di tanti territori, ma anche per la biodiversità. Ci sono 7.000.000 di persone che lavorano solo nei Paesi dell’Unione europea nella filiera della carne. In Italia lavorano nel settore 270.000 imprenditori agricoli con altri 250.000 dipendenti.
C’è poi il discorso del risparmio energetico. È vero che l’abbattimento degli allevamenti intensivi ridurrebbe le emissioni di gas serra, ma occorre molta energia per produrre carne artificiale. Dal punto di vista nutrizionale la versione in laboratorio è identica a quella naturale. Gli esperti sottolineano che quindi la questione non è occuparsi della carne rossa, che se consumata in eccesso può far male, bensì quella di sostituirla il più possibile con altre fonti proteiche.