Quattro o cinque tazzine di caffè al giorno, anche decaffeinato, riducono la mortalità legate alle malattie cardiovascolari. È questo il risultato di uno studio condotto da Sebastiano Marra, direttore del Dipartimento Cardiovascolare del Maria Pia Hospital di Torino che il 27 e 28 ottobre ospiterà le XXIX Giornate Cardiologiche Torinesi Advances in Cardiac Arrhythmias and Great innovations in Cardiology. L’evento fa il punto sui passi avanti della ricerca nella cura del cuore.
Al centro delle Giornate gli stili di vita
Quest’anno, il meeting sarà incentrato sulla prevenzione. «Certamente possiamo affermare che negli ultimi vent’anni abbiamo a disposizione nuovi farmaci, nuove tecniche chirurgiche, che indubbiamente hanno ridotto la mortalità, ma per tre quarti il merito è della prevenzione – spiega Marra. – È principalmente su questo fattore che noi medici dobbiamo impegnarci»
Effetti positivi a lungo termine
La ricerca, che ha analizzato i dati a 10 e 18 anni di distanza, quindi conferma che bere il caffè ha un effetto positivo anche a lungo termine.
«Il chicco di caffè – spiega Sebastiano Marra – è la sostanza con più antiossidanti esistente in natura». «Esistono dati – aggiunge Marra – su oltre 10.000 persone che rivelano che chi assume caffè, su lungo periodo, ha meno ansia, dorme meglio, non ha la pressione più alta rispetto a chi non lo beve. Uno studio francese che ha analizzato oltre 200.000 persone, su un periodo di 8-10 anni, riferisce dati positivi sulla mortalità. I dati piemontesi confermano che chi beve caffè ha un umore migliore, meno ansia, riposa meglio, non ha pressione o colesterolo più alti».
Stesso discorso per il cioccolato
Gli stessi effetti positivi sulla salute del cuore, si possono avere dall’assunzione di cioccolato fondente all’85-90 per cento.
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