Resistono molto falsi miti sul caffè. Non solo una consuetudine, ma anche e soprattutto un piacere intimo. Oggi il caffè rappresenta una vera e propria esperienza che funge da motore di ogni giornata. C’è chi lo prende per staccare la spina, chi per dedicare tempo a sé stesso, o ancora chi lo prende come un’occasione di aggregazione tra colleghi e amici, tanto che in svedese è addirittura stato coniato il termine ad hoc “Fika” per scandire questo rituale.
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Origini, tipologie ed effetti positivi
Nonostante la sua popolarità però, si conosce ben poco del caffè, dei suoi diversi tipi, dei suoi effetti positivi e delle sue origini. Sebbene infatti il consumo sia cresciuto e si sia sviluppata attorno una filiera sempre più attenta alla qualità, al centro è rimasta l’esperienza del caffè più che l’informazione del suo consumatore. Un’attività talmente frequente ed abituale, talvolta data per scontata.
Quanto caffè si consuma nel mondo
Nel mondo ogni anno vengono consumati circa 4,5 kg di caffè pro capite. Ci sono però differenze sostanziali tra i diversi Paesi: infatti, a discapito di quanto si possa pensare, i più grandi consumatori di caffè nel mondo sono i finlandesi con circa 12kg di caffè pro capite. Gli Italiani invece, con quasi 6kg di caffè pro-capite, figurano solo al tredicesimo posto nella classifica globale, nonostante l’Italia sia ritenuta la patria indiscussa del caffè espresso e nonostante il prezzo della tazzina al bar, nel nostro Paese sia uno dei più bassi in Europa.
Nei paesi nordici un caffè al bar può costare fino a 3 euro, in Austria e in Germania il prezzo oscilla tra 1 euro e 75 e 1,90, in Francia 1,60, in Spagna 1,39, in Russia e in Polonia 1,50, mentre in Grecia e in Romania 1,30.
I 10 falsi miti
Tante sono le scuole di pensiero e le credenze diffuse sul caffè, spesso senza alcun fondamento. Per questo SCA Italy, delegazione italiana della Speciality Coffee Association, la più autorevole Associazione mondiale per la promozione dell’eccellenza nel mondo del caffè, mira a sfatare i falsi miti concentrandosi sulla qualità dell’esperienza, dalla tostatura fino alla preparazione al bar.
Il caffè alza la pressione
È vero il contrario, secondo gli ultimi studi svolti in molti centri di ricerca internazionali. I ricercatori dell’IRCCS Sant’Orsola di Bologna hanno confermato che il caffè aiuti a mantenere bassa la pressione sanguigna. I risultati non lascerebbero spazio a dubbi. Le loro informazioni erano contenute nel Brisighella Heart Study.
La moka non si lava
La moka, o caffettiera napoletana, è uno degli strumenti più adoperati per preparare il caffè domestico, in grado di inebriare tutta la stanza del suo aroma. Tuttavia, la credenza di non lavare mai la moka è falsa poiché i grassi e gli oli generati dalla preparazione del caffè potrebbero rimanere troppo a lungo a contatto con le pareti della caffettiera e quindi inficiare sul sapore del caffè.
Il caffè fa male allo stomaco
Spesso un eccesso di caffè è associato ad una tendenza molto negativa per la salute. Sicuramente l’uso smodato non è consigliato come per qualsiasi bevanda, ma entro certi limiti, il caffè di qualità non fa male allo stomaco: la sua selezione è un elemento fondamentale, quindi se il processo di lavorazione e la tostatura sono svolti correttamente non vi saranno conseguenza. Il caffè Arabica contiene fino a 3 volte meno caffeina delle miscele con Robusta, per cui di fronte a un caffè Arabica di alta qualità, si può berne qualcuno in più.
Se lo zucchero sta a galla, il caffè è buono
Anche se è vero che la crema dell’espresso è un indicatore utile per la valutazione, il fatto che sorregga o meno lo zucchero non significa che il caffè sia di qualità. Ciò che importa è piuttosto la trama della crema che non deve essere schiumosa ed eccessiva, ma elastica.
L’espresso deve costare 1 euro
Il costo del caffè in Italia è un prezzo psicologico, non si basa sul prodotto. Basti pensare che 1 euro veniva pagato dieci anni fa, mentre il costo reale del caffè ha subito continui aumenti. Che cosa comporta questo prezzo fisso? Che per mantenerlo tale i bar siano costretti ad abbassare la qualità o a tagliare sul personale.
Il caffè può essere bevuto dopo la data di scadenza
Il caffè non è eterno e la sua qualità è commisurata al tempo in cui si consuma: è bene utilizzarlo il prima possibile, soprattutto se macinato, per assaporarne meglio gli aromi. Resta sconsigliato dopo 3 mesi dalla tostatura.
Il caffè si conserva in frigo
Diversi sono i metodi di conservazione del caffè. Molti, ad esempio, lo tengono in frigo: in realtà il frigo non è il luogo migliore giacché, sebbene rallenti il processo di modificazione delle proprietà organolettiche, è umido e non inodore. Al fine di conservare le sue caratteristiche aromatiche e organolettiche è fondamentale tenerlo al riparo da aria, umidità, calore e luce. L’ideale è tenerlo in un luogo fresco e asciutto, privo di sbalzi di temperatura e ancora meglio in contenitori sottovuoto.
L’acqua dopo il caffè
Alcuni dopo aver preso il caffè bevono un bicchiere d’acqua, ma è davvero il modo giusto per gustarlo appieno? In realtà no. Chi lo fa, spesso desidera eliminare il suo sapore perché cattivo. La procedura più corretta sarebbe quella di bere acqua prima, al fine di cancellare eventuali residui sulla lingua o in bocca, così da poter assaporare al massimo il gusto.
Il caffè è sempre uguale
Non tutti i caffè sono uguali, dietro a ogni tazzina c’è una storia! Nel mondo vengono coltivate numerosissime tipologie di caffè, varietà che differiscono tra loro per molteplici elementi quali il paese d’origine, i metodi di lavorazione, il tipo di tostatura e di estrazione e da cui dipende gusto e consistenza. L’impressione di un gusto uniforme e piatto è data dallo zucchero che ne influenza il sapore e lo appiattisce.
Se sei a dieta, meglio evitare il caffè
Una tazzina di caffè, senza l’aggiunta di zucchero, apporta al massimo 2 calorie. Non solo non fa ingrassare, ma anzi aiuta a diminuire il senso di appetito.