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Un grande successo commerciale
Buon senso e cautela. Sono queste le parole d’ordine usate dalla comunità scientifica internazionale quando si parla di bibite gassate dolcificate.A livello mondiale la loro vendita cresce del 7% ogni anno, mentre cala quella delle lattine classiche. Del resto sono ormai tantissimi gli italiani che preferiscono le varianti light o zero, nella convinzione di eliminare il principale problema contenuto nella versione tradizionale: lo zucchero bianco. Indicato da una pletora di studi scientifici come uno dei mali assoluti per la nostra salute – è un fattore di rischio per tutte le malattie croniche – lo zucchero viene visto spesso dai consumatori semplicemente come causa del grasso in eccesso.
La promessa è allettante
ma è solo un miraggio
Cosa c’è di meglio, allora, che aggirare l’ostacolo con le bibite gassate dolcificate? La promessa è allettante: gusto simile, zero calorie. In pratica viviamo l’illusione che sia come bere acqua. Purtroppo è solo un miraggio.
I rischi del consumo quotidiano
«Sono le quantità a fare la differenza», avverte Mariangela Rondanelli, professore di scienze e tecniche dietetiche applicate all’Università di Pavia. «Tutti gli studi presuppongono un forte utilizzo di queste bevande, anche perché sono tarati sui consumi medi statunitensi, decisamente superiori ai nostri. Per arrivare a far aumentare le possibilità di avere conseguenze gravi come il diabete, l’obesità o le malattie cardiovascolari bisogna quindi essere dei forti bevitori. Se ogni tanto ci si vuole premiare con una lattina light non ci sono grossi problemi. Altro discorso, invece, se si prende l’abitudine di metterla sempre a tavola. In questo caso, ci si espone a conseguenze anche gravi».
Non deve diventare
un’abitudine
Nei risultati dei test si parla di una o due lattine al giorno per molto tempo. «Bisogna comunque rendersi conto che queste bibite sono praticamente a nutrienti zero. Non contengono proteine, grassi essenziali, vitamine e minerali», sottolinea la specialista. «Non servono a nulla, dunque, se non ad appagare il palato. Non solo. Molte ricerche convergono sul fatto che i dolcificanti, al contrario di quanto si pensi, facciano ingrassare. Quindi, oltre a essere inutili, possono essere dannosi».
La fame aumenta
La contraddizione dei dolcificanti è emersa in uno studio corposo condotto in Australia. È l’Università di Sydney che ha spiegato per prima uno dei risvolti più paradossali. Le versioni light di queste bibite fanno impennare l’appetito, spingendo a mangiare di più. Il meccanismo lo spiega Greg Neeley, professore di immunologia umana: «I dolcificanti artificiali ingannano il cervello, alterando la percezione del gusto. Abbiamo scoperto che, se ne assumiamo grandi quantità, siamo sollecitati a mangiare molto di più. I dolcificanti stimolano l’appetito, innescando una complessa rete di neuroni. Il cervello viene ingannato dalla dolcezza che sente, ma non trova contenuto energetico, “chiedendo” di mangiare di più». In pratica, i neuroni non sono in grado di capire se stiamo «bevendo» zucchero o dolcificanti. Così mandano l’ordine al nostro corpo di comportarsi come se fosse zucchero. Il problema è che, non contenendo calorie, si innesca lo stimolo della fame.
Occhio all’aspetto psicologico
Qui viene in aiuto Claudio Mencacci, Past President della Società Italiana di Psichiatria. «Se assumiamo bevande a calorie zero, saremo inconsciamente più tolleranti verso le tentazioni successive. Una sorta di giustificazione a mangiare di più. Del resto, a essere coinvolta è la parte del cervello legata alla gratificazione: il nucleo accubens. È qui che si formano le dipendenze. Altro fattore da non trascurare: queste bibite spesso contengono anche caffeina, che può influenzare la qualità del sonno e rendere iperattivi».
Fa aumentare il grasso
viscerale
Un altro studio, questa volta condotto dalla società dei geriatri americani, ha esaminato gli effetti a lungo termine delle bibite light sull’aumento di grasso addominale, il più minaccioso per la salute. La ricerca è durata un decennio. Anche in questo caso i risultati sono stati inequivocabili. All’aumentare del consumo di bibite light, aumenta anche il girovita. In pratica, chi beveva quotidianamente bibite a zero calorie quadruplicava il proprio aumento di peso, rispetto a chi non ne beveva.
Aumenta il rischio
di diabete di tipo 2
A peggiorare il quadro c’è anche l’aumento del rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2. Un team di ricercatori internazionali ha analizzato i dati della salute di quasi 70.000 donne per 14 anni. I risultati non lasciano spazio a dubbi. Chi beve spesso bevande dolcificate vede le possibilità di diventare diabetico schizzare verso l’alto del 67 per cento.
Ma c’è di più. Le bibite light favoriscono la comparsa della sindrome metabolica, che può essere considerata come una situazione clinica pericolosa, dove sono presenti più fattori di rischio come colesterolo alto, iperglicemia, sovrappeso, trigliceridi alti e ipertensione. Gli studi svolti confermano che le persone colpite dalla sindrome metabolica, che non cambiano drasticamente il proprio stile di vita, abbiano un’elevata probabilità di dover fronteggiare malattie cardiovascolari.
Le future mamme devono
stare attente
Devono stare lontane da queste bibite anche le future mamme. Spesso, cercando un’alternativa ai pericoli dello zucchero, si buttano sulle varianti a zero calorie. Errore. Bere spesso queste bevande espone i nascituri a sovrappeso e obesità già dai primi anni di vita. Naturalmente i bambini non dovrebbero bere bibite gassate in senso assoluto, men che meno le varianti light.
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