Alimentazione

Bere troppa acqua può far davvero male?

Chi introduce quantità eccessive di liquidi nell'organismo può andare incontro a una forma di dipendenza e mettere in pericolo la propria salute

Bere troppa acqua fa male? È un consiglio che ogni specialista non si stanca mai di ripetere: bere tanta acqua, indipendentemente dalla stagione e dalle temperature, è fondamentale per mantenere in salute l’organismo.

Idratarsi adeguatamente è importante, insomma, ma non bisogna eccedere, altrimenti il nostro organismo tende a reagire in modo negativo. Quando, con l’idea di depurarsi, si esagera bevendo in maniera ossessiva, allora si può andare incontro anche a una forma di dipendenza, chiamata potomania o aquaholism.

Gruppo San Donato

Bere troppa acqua può diventare una dipendenza

«La potomania è un fenomeno patologico ancora poco studiato e conosciuto, ascritto nella categoria delle patologie alimentari e definito scientificamente come bisogno compulsivo di assumere liquidi» interviene Fabio Madeddu, professore di Psicologia clinica all’Università degli Studi di Milano Bicocca.

«Si tratta di un disturbo che tende a colpire prevalentemente persone di sesso femminile, generalmente in giovane età, spesso e volentieri influenzate da mode dietetiche o dal tam-tam sociale sui vantaggi del bere molta acqua. In realtà è un disturbo da non sottovalutare perché i rischi per l’organismo possono essere numerosi e di grave entità».

In genere colpisce i vigoressici, cioè chi è ossessionato da allenamenti estenuanti e gli ortoressici, che sono colore che hanno l’ossessione per un’alimentazione corretta.

Cosa si rischia se si beve troppo?

Introducendo moltissimi litri d’acqua, si può favorire la compromissione di alcune funzioni vitali, a partire dall’impossibilità dell’organismo di eliminare i liquidi in eccesso attraverso le urine o la sudorazione.

«Il rischio, in questo caso, è quello della cosiddetta intossicazione da acqua, con conseguente diluizione del sangue e dei minerali presenti e un significativo squilibrio elettrolitico», avverte Emilia Manzato, Responsabile Percorsi Psicoterapeutici dell’ambulatorio di Psicoterapia per i disturbi di depressione, ansia e attacchi di panico presso la Casa di Cura Salus a Ferrara.

Troppo poco sodio è un rischio alto

«L’abbassamento del sodio nel sangue, chiamato iponatriemia o iposodiemia, può condurre a gravi conseguenze come agitazione, irritabilità, nausea, vomito, difficoltà di parola. Nei casi più gravi, il cervello può addirittura “gonfiarsi” e portare l’individuo a convulsioni, coma e perfino essere letale. Anche l’abbassamento dei livelli di potassio nel sangue, definito ipokaliemia o ipopotassiemia, può avere gravi ripercussioni sul sistema cardio-circolatorio».

Bere troppa acqua: tra le cause anche stimoli sociali e ambientali

Escluse le cause di tipo organico (diabete insipido, alcune patologie renali, difetti metabolici), i medici concordano nel far risalire il comportamento di chi introduce troppi liquidi nell’organismo a un problema di tipo comportamentale. Lo stesso che, ad oggi, rende ancora difficoltosa l’individuazione dei casi di potomania e il riconoscimento unanime delle sue origini.

Condizione troppo spesso sottovalutata

«Spesso si fatica a riconoscere la natura patologica di questo comportamento e si sottovalutano le possibile conseguenze, sia organiche che psichiche, come per tutti quegli atteggiamenti cui confini tra sano e patologico sono sfumati», ammette Paolo Cavedini, Responsabile dell’Istituto di Eccellenza per i Disturbi Ossessivo Compulsivi (IEDOC).

«Non esiste una causa univoca, si parla di multifattorialità, quindi di un’intersezione tra situazione psicologica, relazionale, biografica e genetica. Una forte componente in tal senso è data dagli stimoli sociali e ambientali, che possono condizionare fortemente lo stile di vita di una persona».

Nelle forme più serie di dipendenza bisogna ricorrere ai farmaci

La prima terapia è quella di affidarsi a uno specialista. «Quando si è in difficoltà non bisogna aver paura a farsi curare», esorta Manzato. «È importante cercare una cura adatta il prima possibile: più si lascia passare il tempo, più si aggravano gli effetti sulla psiche e sull’organismo.

Attualmente non esiste una cura specifica per questo disturbo, ma nelle forme più gravi al supporto psicologico viene associata una terapia farmacologica, da seguire sotto stretto controllo medico. I medicinali più nuovi sono quelli chiamati Ssri e agiscono regolando i livelli di serotonina, un neurotrasmettitore importante per il tono dell’umore. In alcuni casi la remissione dei sintomi è totale e in una buona percentuale c’è un miglioramento significativo della potomania».

Quanto bisogna bere al giorno?

Si tratta comunque di casi piuttosto isolati. La maggior parte delle persone incappa nel problema opposto, cioè beve troppo poco. Generalmente il consumo medio di acqua, infatti, è di 600 ml al giorno, circa 4 bicchieri. Se si aggiungono tutte le altre bevande come quelle zuccherate o dolcificate con edulcoranti ipocalorici, i succhi di frutta, e le bevande calde come caffè, cappuccino o tè non si raggiungono comunque livelli soddisfacenti di idratazione. Sommando tutto non si arriva al litro al giorno, quando le linee guida parlano comunque di un litro e mezzo o due di liquidi per coprire il fabbisogno.

Leggi anche…

Mostra di più

Chiara Caretoni

Giornalista pubblicista, lavora come redattrice per OK Salute e Benessere dal 2015 e dal 2021 è coordinatrice editoriale della redazione digital. È laureata in Lettere Moderne e in Filologia Moderna all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha accumulato diverse esperienze lavorative tra carta stampata, web e tv, e attualmente conduce anche una rubrica quotidiana di salute su Radio LatteMiele e sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR). Nel 2018 vince il XIV Premio Giornalistico SOI – Società Oftalmologica Italiana, nel 2021 porta a casa la seconda edizione del Premio Giornalistico Umberto Rosa, istituito da Confindustria Dispositivi Medici e, infine, nel 2022 vince il Premio "Tabacco e Salute", istituito da SITAB e Fondazione Umberto Veronesi.
Pulsante per tornare all'inizio