Le foglie spezzate dell’insalata contenute nelle buste di plastica possono aumentare di molto la possibilità di sviluppare salmonellosi.
A dimostrarlo uno studio del Dipartimento di Infettivologia dell’Università di Leicester, che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Applied and Environmental Microbiology.
Dopo essersi spezzate ed essere “andate a male” rilasciano infatti un liquido fortemente batteriologico. Vero è che però quando apriamo la busta ce ne accorgiamo subito, sia dall’odore, sia dalla presenza del liquido stesso, che ovviamente non ci deve essere.
Non c’è bisogno quindi di drammatizzare. Il consiglio degli esperti è di mangiare l’insalata appena comprata e di buttarla se notiamo che all’interno della busta c’è del liquido verdognolo-marrone. Il rischio sale enormemente se non consumiamo l’intera busta e la riponiamo in frigorifero.
«Abbiamo scoperto che una volta aperta la confezione – spiega la dottoressa Primrose Freestone, prima autrice dello studio – i batteri naturalmente presenti sulle foglie crescono molto più velocemente, anche se conservate nel frigorifero».
Nonostante sia già stata lavata dall’azienda produttrice, bisogna anche ricordarsi sempre di rilavare bene l’insalata imbustata, come si fa per quella comprata “fresca”, che va comunque preferita perché il taglio delle foglie disperde sia vitamine sia sali minerali.
Inoltre sul totale delle intossicazioni da cibo che avvengono ogni anno, solo il 10% è riconducibile a frutta e verdura. La stragrande maggioranza deriva da carne infetta, soprattutto da pollame e maiale non cotti a sufficienza.
Francesco Bianco
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