L’alga spirulina è entrata nella moda dei cosiddetti superfood o smartfood. Questa “etichetta” ha acceso i riflettori su molti ingredienti esotici, generando una certa confusione sull’effettivo potenziale nutrizionale di questi cibi. È successo anche all’alga spirulina: celebrata da una parte come panacea di tutti i mali, dall’altra additata come ennesima trovata commerciale. La verità, però, sta nel mezzo.
L’alga spirulina viene dai laghi di Sudamerica e Africa. Sono ormai una trentina gli studi clinici pubblicati sul suo conto nell’ultimo decennio. I primi a scoprire le proprietà salutistiche della spirulina, classificata come micro alga verde-azzurra, furono gli Aztechi intorno al XVI secolo. Negli anni Quaranta del secolo scorso si scopre che la spirulina non cresce solo sui fondali dei laghi salati dell’America meridionale, ma anche in Africa. In particolare ne è ricco il lago Ciad, ma anche i laghi della Rift Valley, dove presto si diffonde nei mercati locali e diventa una presenza fissa nella dieta delle popolazioni intorno al lago.
L’influenza della micro alga nell’alimentazione di queste comunità emerge da uno studio condotto
nell’area africana per scoprire una correlazione tra la povertà e la malnutrizione. Su dieci Paesi presi a
campione, solo la popolazione del Ciad, povera al pari degli altri nove, non era malnutrita.
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La spirulina contiene molte proteine e sali minerali
«Ciò che rende l’alga spirulina particolarmente interessante dal punto di vista nutrizionale è la percentuale proteica vegetale, il contenuto di elettroliti e sali minerali, la ricchezza di grassi polinsaturi e l’assenza quasi completa di zuccheri». Annamaria Colao è direttrice di endocrinologia e malattie del metabolismo all’Università Federico II di Napoli e titolare della cattedra Unesco di educazione alla salute e allo sviluppo sostenibile.
«Oltre a essere importante per i Paesi dove c’è malnutrizione, potrebbe essere considerata un’alternativa vegetale di alta qualità agli alimenti di originale animale». L’alga spirulina in natura ha una forza singolare, perché prospera in condizioni in cui altre alghe non riuscirebbero a crescere. Deriva da un cianobatterio a forma di spirale, del genere Arthrospira, e trasforma la luce solare in micronutrienti preziosi.
Non solo proteine, ma anche vitamine, oligoelementi e antiossidanti
I suoi benefici nascono proprio dalla concentrazione di sostanze nutritive, altissima rispetto ad altri alimenti vegetali. Per il 60-70% è composta da proteine altamente digeribili (contro il 25% del pesce, il 35% della soia e il 14% dei cereali). Ha anche livelli molto alti di betacarotene, vitamine, ferro, oligoelementi e antiossidanti.
Secondo uno studio pubblicato su Nutrients nel 2019, l’integrazione di spirulina nella dieta dei bambini africani migliora le tappe dello sviluppo e allontana il rischio di malnutrizione. Viene utilizzato anche nelle spedizioni della NASA.
Alga spirulina: cosa c’è di vero?
Ma dove non si muore di fame e non si progettano spedizioni sulla Luna o su Marte, la spirulina viene utilizzata soprattutto come integratore alimentare, in pillole o in polvere, da chi segue regimi alimentari vegetariani o vegani. Oppure da chi fa sport, vuole perdere peso o migliorare il proprio stato di salute e benessere generale. Questo perché negli ultimi anni alla micro alga è stata attribuita ogni sorta di qualità terapeutica. Proprietà antinfiammatorie, digestive, antiaging, effetti positivi nei confronti di ossa, colesterolo, umore, energia e utile nella prevenzione dei tumori. Ma cosa c’è di vero? L’unico modo per vederci chiaro è ricorrere a dati scientifici.
Non serve come integratore di vitamina B12
Il problema non riguarda tanto le proteine vegetali e quindi gli aminoacidi essenziali, di cui è ricca, ma la
vitamina B12, la più necessaria ai vegani perché presente soprattutto nella carne, nel pesce e nelle uova che non rientrano nella loro alimentazione. «Oltre a contenerne scarse quantità, la vitamina B12 contenuta
nell’alga spirulina è difficilmente assorbibile dal nostro organismo». Laura Agape è dietologa di
Humanitas Medical Care De Angeli a Milano, scettica nel considerare l’alga un superfood. «Non esistono
singoli alimenti miracolosi, esistono solo schemi dietetici ben bilanciati, variegati e strutturati. Tutto ciò
che è dentro la spirulina possiamo trovarlo tranquillamente nella nostra dieta mediterranea. Solo per fare
un esempio, i sali minerali di cui è ricca quest’alga possono essere assunti da una porzione di 30-40
grammi di cereali integrali». Il messaggio, insomma, è che «chi segue già una dieta ad alto contenuto
vegetale in linea con il regime mediterraneo, non ha alcuna utilità a integrare la dieta con l’alga
spirulina».
La spirulina è utile ad anziani e sportivi
Ma non c’è nulla di male, secondo Colletti, «ad assumere saltuariamente la micro alga come fonte proteica alternativa. Ad esempio si può assumere in polvere sciolta in una bottiglia d’acqua al posto di un uovo o di una porzione di legumi. O anche come integratore per gli anziani, spesso soggetti a sarcopenia, una perdita di massa muscolare causata da una carenza di proteine nella dieta.
Nella popolazione generale, invece, l’integratore può essere assunto ciclicamente in supplemento alla dieta per
migliorare le performance psicofisiche, ad esempio in un periodo come quello che stiamo vivendo adesso». Rimane sempre fondamentale chiedere un consulto al proprio medico di base per avere indicazioni sui prodotti e le quantità.
Utile per colesterolo e trigliceridi alti?
«L’impiego della spirulina nella società occidentale», torna a spiegare Colletti, «può riguardare anche tutti quei problemi opposti alla malnutrizione, cioè legati a un eccesso di alimentazione: problematiche cardiovascolari, pressione, colesterolo». Alcuni studi clinici evidenziano un suo potenziale ruolo ipolipemizzante, quindi un’azione di riduzione dei trigliceridi e del colesterolo cattivo. «I risultati, però, sono piuttosto discordanti e sembra che questo effetto sia più che altro significativo nei soggetti che hanno già livelli alterati di colesterolo quando iniziano ad assumere spirulina», precisa l’esperto.
Utile per chi è in grande sovrappeso
Un altro campo in cui l’alga potrebbe trovare efficacia è quello antiobesità. «Un lavoro condotto su pazienti obesi ha dimostrato che la spirulina è in grado di migliorare l’indice di massa corporea e la circonferenza della vita. Questo sembrerebbe essere dettato dalla quota proteica vegetale, che stimola la secrezione di un ormone che riduce in parte il senso della fame».
Alga spirulina: ambiti in fase di studio e approfondimento
L’alga sembra migliorare le performance atletiche e le prestazioni cognitive, con una riduzione della fatica mentale, oltre che proteggere il fegato e supportare sistema immunitario in pazienti immunodepressi, come quelli con Hiv. «In quest’ultimo caso gli studi clinici presenti in letteratura sono lavori vecchi e condotti in Africa», commenta Cristina Gervasoni, esperta della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit), «e da oltre cinque anni non c’è stato più alcun filone di ricerca».
In povere o in pillola
Nei supermercati, in farmacia e online, la spirulina si trova sotto forma di integratore, in polvere o in pillole. L’unica differenza tra i due prodotti è la modalità di assunzione. «Non abbiamo studi che hanno verificato la maggiore o minore biodisponibilità tra le due forme», continua Colletti. «Ciò che cambia è la compliance, cioè l’aderenza al trattamento. Se ne assumiamo circa 4-5 grammi al giorno, considerando che le pillole sono in genere da 500 milligrammi, massimo 1 grammo, bisognerebbe assumere cinque o dieci capsule quotidiane. Con la polvere, invece, possiamo facilmente versarne la quantità necessaria in una bottiglia d’acqua e seguire
meglio l’integrazione. Il motivo per cui alcune persone preferiscono l’integratore in pillole è il gusto. La
spirulina può non piacere assunta in polvere nell’acqua o negli alimenti».
Alga spirulina e rischio contaminazione
In un rapporto pubblicato a fine novembre 2019 dall’Agenzia per la sicurezza alimentare francese (Anses), si mettono in guardia i consumatori di alga spirulina sul rischio contaminazioni in base al dosaggio. Secondo gli esperti francesi, non andrebbero superate dosi da 1 a 5 grammi al giorno, altrimenti il rischio sarebbe quello di assumere troppi metalli pesanti. «Il problema della contaminazione non va sottovalutato», riprende la dietologa dell’Humanitas. «L’alga spirulina nasce e cresce in ambienti acquosi che rispecchiano l’inquinamento ambientale. Se coltivata in condizioni non ottimali può fare il pieno di sostanze poco adatte al nostro organismo».
Il rapporto dell’Anses nasce da 49 segnalazioni e ricorda che la spirulina può contenere cianotossine, batteri e tracce di metalli pesanti (piombo, arsenico e mercurio). Si tratta di sostanze che possono indurre allergie oltre che problemi gastrointestinali o disturbi al fegato. Coloro che soffrono già di una predisposizione, così come gli individui con problemi di fenilchetonuria, dovrebbero limitarne o evitarne l’assunzione.
Attenzione alla tiroide
Tra i potenziali effetti collaterali conseguenti al consumo di alghe, anche la stimolazione eccessiva dell’attività della tiroide. Tuttavia, questo è vero per quanto riguarda le varietà marine, non per quelle lacustri come la spirulina, che essendo un’alga di acqua dolce contiene iodio nelle stesse quantità di altri vegetali terrestri. Completamente differente è invece il caso delle alghe che nascono e crescono in mare, che possono arrivare a contenere anche fino a mille volte la quantità di iodio contenuto nell’alga spirulina e che, quindi, non andrebbero
assunte da coloro che hanno problemi di ipertiroidismo. Da qui l’importanza della scelta del prodotto e il ruolo chiave del medico o del farmacista per un consiglio sicuro. Per legge gli integratori devono essere
sottoposti a controlli. Rimangono però tante le segnalazioni e i casi di prodotti che non rispettano le
normative, soprattutto nel mercato online.
La spirulina biologica
La spirulina che si coltiva in Italia e in Europa è più sicura di quella che arriva da altre zone del mondo?
A oggi, spiegano gli esperti di AlgaeFarm – una manifestazione dedicata al settore della coltivazione della
alghe che si svolgerà a febbraio 2021 nell’ambito della fiera NovelFarm di Pordenone – non esiste una
normativa pubblica europea o italiana che riguardi la coltivazione biologica di micro alghe. In Italia viene
prodotta spirulina biologica da parte di meno di dieci coltivatori, che utilizzano tutti il metodo dei
raceway pond. Si tratta di bacini acquatici artificiali somiglianti a delle lunghe piste di atletica, con copertura. Il
gruppo più consistente è l’Unione Spirulina Biologica Italiana (Usbi) che raccoglie sei produttori per una
produzione superiore alle sei tonnellate all’anno. I prezzi della spirulina bio prodotta in Italia sono molto
più alti di quella d’importazione, che viene di solito coltivata in Cina e India in vasche senza protezione.
Se verrà approvata la legge di riordino del comparto biologico in Italia, in esame al Senato, non sarà più
possibile etichettare i prodotti bio se non con il logo definito dall’Unione Europea, dando quindi rilievo
alla provenienza del prodotto. Spirulina compresa.