La tisana al finocchio è gradevole, può essere bevuta calda o fredda ed è molto efficace contro le abbuffate o semplicemente per sentirci meno gonfi. Quando eccediamo con portate e porzioni, che spesso appesantiscono il nostro stomaco e hanno l’effetto “mattone”, diventa un’arma in più senza dover ricorrere ai farmaci, che a lungo andare possono avere effetti collaterali particolarmente importanti.
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Bevi una tisana al finocchio
Quando ci si sente appesantiti, il rimedio migliore è bere una tisana prima di andare a letto. Ma cosa deve contenere? Il finocchio o l’anice verde, che svolgono un’azione sgonfiante e distensiva della parete addominale.
Ecco come si può aromatizzare
Questa bevanda può anche essere aromatizzata con qualche fogliolina di menta o la melissa, che sono in grado di favorire la digestione.
La tisana al finocchio contiene molti polifenoli
La tisana di semi di finocchio contiene numerose sostanze che in maniera sinergica possono aiutare nella lotta contro diverse malattie croniche. In particolare si tratta di polifenoli che sono particolarmente utili per il nostro benessere.
Una scoperta importante che ha serbato alcune sorprese, tra cui quella che tra i polifenoli contenuti nel finocchio vi era l’EGCG, epigallocatechina-gallato, finora nota come principale agente anticancerogeno del tè verde. Nessuno lo sapeva finora. Aver trovato nel finocchio queste sostanze è doppiamente importante per la loro diretta attività protettiva. In più bloccano le SULT, cioè le Sulfotransferasi, enzimi responsabili dell’attivazione tossica dell’estragolo. Si tratta di una sostanza presente in piccole quantità nell’olio essenziale di finocchio e dello stesso basilico.
Si studia anche come anticancro
La ricerca, i cui risultati sono stati presentati a Berlino, è stata condotta in collaborazione con Matteo Floridia e Simone Cristoni (NewsService, Milano). «Sembra trattarsi di un vero e proprio caso di sinergia naturale presente nel fitocomplesso del Finocchio – sottolinea Alfredo Vannacci, responsabile della ricerca del Centro e ricercatore presso il Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Firenze diretto dal Prof. Alessandro Mugelli – Senza considerare che lo stesso anetolo, principale componente dell’olio essenziale di finocchio, sperimentalmente ha già dimostrato una capacità di riduzione della diffusione metastatica e potrebbe meritare attenzione anche per eventuali studi clinici».