Pancia gonfia dopo caramelle senza zucchero? Può sembrare un piccolo problema, ma in realtà i ricercatori dell’Università della California hanno indagato per capire se all’origine ci sia il sorbitolo, un dolcificante largamente utilizzato dalle aziende alimentari, specie quelle che producono alimenti senza zucchero.
L’ipotesi rivelata dallo studio è che il sorbitolo alteri il microbioma intestinale. Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica Cell.
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Cos’è il sorbitolo?
Il sorbitolo si presenta sottoforma di alcol zuccherino. Viene usato moltissimo per dolcificare caramelle gommose, chewing gum, mentine e dolciumi definiti senza zucchero. In realtà lo si trova anche in alcuni frutti, anche se in piccole quantità, come le mele, le pere e l’avocado.
Quando se ne ingerisce molto può causare gonfiore addominale, ma anche crampi e diarrea. Del resto anche su tutti i pacchetti di caramelle e chewing gum che lo contengono c’è la scritta di stare attenti a non esagerare proprio per questi motivi.
Pancia gonfia dopo caramelle senza zucchero: ad alcuni basta anche mangiarne una
Ci sono persone però a cui basta mangiare una quantità anche molto piccola per avere disturbi alla digestione. Si parla appunto di intolleranza al sorbitolo. In genere il sorbitolo quando raggiunge l’intestino viene degradato da alcuni batteri, della famiglia Clostridium.
La degradazione fa sì che non ci siano conseguenze. Il problema è che questi batteri buoni vengono distrutti dall’azione di alcuni antibiotici. Il corpo impiega molto tempo a ripopolare l’intestino con questi batteri. Ecco un’altra prova, se ce ne fosse bisogno, per cui è essenziale che gli antibiotici siano assunti solo e soltanto quando è utile e sotto stretta osservanza dei medici, per evitare la pericolosa antibiotico resistenza.
Attenzione anche ai grassi saturi
Tra l’altro i ricercatori in forza al centro di ricerca nord americano hanno scoperto che non solo gli antibiotici, ma anche una dieta ricca di grassi saturi, quelli contenuti principalmente nella carne rossa e nei suoi derivati, produce lo stesso effetto.
A questo punto i ricercatori hanno riprodotto le condizioni utili a riavere all’interno dell’intestino la giusta popolazione di batteri Clostridium, in modo che questi potessero tornare a scomporre il sorbitolo. In effetti il beneficio è stato praticamente immediato e i batteri buoni riuscivano a bloccare le conseguenze dell’intolleranza da sorbitolo.