Olio di oliva e tumori. Arriva uno studio italiano che sostiene che consumare questo grasso vegetale in modo regolare possa ridurre i tassi di mortalità anche per i tumori. La ricerca ha visto la partecipazione della Fondazione Umberto Veronesi con il Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed di Pozzilli. Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica European Journal of Clinical Nutrition.
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Lo studio italiano sul legame tra olio di oliva e tumori
I ricercatori hanno analizzato i dati di quasi 23.000 adulti residenti in Italia, tutti partecipanti allo studio epidemiologico Moli-sani, che raccoglie informazioni dettagliate sui loro consumi alimentari. Gli esperti hanno monitorato i volontari per più di dodici anni.
Prima ricerca che coinvolge molte persone nell’area del Mediterraneo
Sono molti gli studi che hanno dimostrato gli effetti benefici dell’olio sull’apparato cardiocircolatorio. Finora solo pochi e piccoli lavori si erano concentrati sul legame tra olio di oliva e tumori e comunque erano stati fatti con dati che non riguardavano persone che vivono nell’area del Mediterraneo, che è la zona in cui se ne consuma di più.
Confermati i benefici per cuore e sistema circolatorio
Innanzitutto va sottolineato che i risultati dello studio confermano ancora una volta i benefici del consumo regolare di olio di oliva per la salute cardiovascolare. L’assunzione regolare riduce di un quarto i decessi dovuti a malattie che colpiscono cuore e arterie. Questo se assumiamo fino a un cucchiaio e mezzo.
Olio di oliva e tumori: i risultati
Se invece arriviamo a tre cucchiai al giorno, la riduzione del rischio di mortalità per tumore scende del 23 per cento.
L’ipotesi principale è che si abbassino le probabilità di morire per un cancro perché l‘olio extravergine di oliva riduce alcuni dei più importanti fattori di rischio per la salute delle malattie croniche. Sappiamo che tumori e malattie cardiovascolari, come quelle neurodegenerative, hanno spesso fattori di rischio in comune. Basti pensare ai danni del fumo di sigaretta, ai cibi ultraprocessati, alla sedentarietà e all’abuso di alcolici.
Lo studio non dà risposte definitive, perché era di natura epidemiologica, quindi indagava solo il legame e non i motivi per cui questa correlazione ci sia. Serviranno ora altri studi per comprendere le ragioni che sottostanno ai risultati di questa ricerca.