Asma e stufe per riscaldarsi. Gli allergici devono stare attenti a stufe a pellet e camini. A lanciare l’allarme sono gli esperti della Società italiana di allergologia asma e immunologia clinica (Siaaic). Questo inverno è diverso dagli altri. C’è l’emergenza energetica a causa della guerra in Ucraina. Per cercare di risparmiare sul riscaldamento molte famiglie stanno optando per l’utilizzo di stufe a pellet e camini. I medici però avvertono di porre grande attenzione soprattutto alle stufe a pellet vecchie e mal utilizzate con prodotti non certificati o ai camini che non sono a norma. Inoltre avvisano quanto sia importante per i pazienti asmatici avere una corretta areazione.
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L’areazione resta fondamentale per abbassare la presenza di allergeni e acari
C’è il rischio che, per non disperdere calore, le famiglie italiane scelgano di non aprire a sufficienza le finestre. Questo può aumentare la concentrazione di acari e allergeni. Insomma, cercare di risparmiare a causa della crisi energetica può costare caro alla salute del nostro sistema respiratorio. Attenzione anche il ricorso frequente all’uso di candele: «possono rilasciare fumi irritanti particolarmente nocivi per i bambini, per chi soffre di asma e allergie», spiegano gli esperti della Siaaic.
Asma e stufe per riscaldarsi: attenzione alla qualità dei prodotti bruciati
«Se le stufe sono molto vecchie e i prodotti di scarto del legno che vengono bruciati non sono certificati, i fumi del pellet sono tra i peggiori inquinanti in circolazione», dice il presidente della Siaaic, Gianenrico Senna, a Verona, dove è in corso il XXXIV Congresso nazionale della Siaaic. «Le stufe a pellet, infatti, sono una fonte di combustione che da sola contribuisce alla emissione della metà delle polveri sottili derivanti dalla combustione domestica della biomassa legnosa».
Per non irritare le mucose e danneggiare le vie respiratorie, Senna consiglia di «utilizzare impianti non troppo datati ed evitare prodotti di scarto non certificati». Si riferisce soprattutto ai cilindri in pellet superiori ai 7-8 millimetri ottenuti con troppa segatura e anche con troppi additivi e sostanze chimiche.
L’aria secca irrita le mucose
«Rischi per la salute respiratoria possono derivare anche dai nuovi tetti sulle temperature massime in casa e nei luoghi pubblici. Il desiderio di non disperdere calore può indurre le persone a evitare o ridurre l’apertura delle finestre per non disperdere il calore», fa sapere Giorgio Walter Canonica, membro del comitato scientifico del Congresso Siaaic.
«Non arieggiare adeguatamente gli ambienti favorisce la concentrazione di acari e di altri allergeni che possono danneggiare l’epitelio delle prime vie respiratorie. In questo modo si irritano le mucose e le si rendono più aggredibili da virus e batteri».