Le malattie reumatologiche, che in Italia coinvolgono 15 milioni di persone, sono patologie croniche che possono avere pesanti riflessi sulla qualità di vita dei malati. Chi convive con artrite reumatoide, lupus, sclerosi sistemica (ma non solo) può trovare giovamento dal periodo estivo ma deve necessariamente prestare attenzione ai raggi solari, all’altitudine, alle alte temperature.
«In estate si devono affrontare situazioni diverse dalle abitudini quotidiane, sia per il clima, che è sempre più marcato, sia per le esperienze nuove che si ha l’opportunità di fare. In questi casi, raccomandiamo di soppesare bene rischi e benefici, usando moderazione e buon senso, e di valutare insieme al proprio medico e allo specialista dubbi e opzioni così da evitare possibili disagi», sottolinea Carlomaurizio Montecucco, presidente di Fondazione Italiana per la Ricerca sull’Artrite – FIRA, direttore del Dipartimento di Medicina Interna e Terapia Medica dell’Università di Pavia e direttore Struttura Complessa di Reumatologia al Policlinico S. Matteo.
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Esposizione al sole? Da valutare caso per caso
Per chi soffre di lupus e connettiviti con anticorpi SSA/Ro l’esposizione al sole non è indicata: può aggravare la malattia dal punto di vista cutaneo (alcuni dermi soffrono di lucite, con intolleranza ai raggi solari) e riattivare la malattia negli organi interni. In questi casi si consiglia di essere particolarmente attenti, indossare cappelli e indumenti a maniche lunghe, evitare di uscire quando il sole è a picco (11-15), usare creme con protezione molto alta (>50), stare all’ombra. Per chi soffre di psoriasi invece la luce del sole (i raggi UVA) ha un effetto benefico, quindi ci si può esporre, con moderazione. L’acqua di mare, contrariamente a quanto si crede, non ha dei benefici diretti, solitamente si riscontra un miglioramento che è probabilmente collegato a una maggiore esposizione della pelle al sole.
Attenzione alle reazioni fotosensibili di alcuni farmaci
Chi è in cura, in caso di lupus, connettiviti, artrite reumatoide, vasculiti, con farmaci antireumatici come l’idrossiclorochina o con farmaci antinfiammatori non cortisonici, spesso usati nell’artrosi, come il ketoprofene, deve considerare che possono creare fotosensibilità, scatenando una reazione eccessiva all’esposizione al sole. In questo caso, è consigliabile evitare l’esposizione diretta al sole, ma al mare si può andare stando sotto l’ombrellone e mettendo spesso una crema con forte protezione.
Il metotrexate, molto usato in reumatologia (è il primo farmaco per artrite reumatoide e psoriasica), può indurre fotosensibilità su zone in precedenza scottate o nella zona di iniezione (per chi lo assume per via sottocutanea), quindi chi lo assume deve proteggersi con creme solari ad alta protezione particolarmente in quei punti.
L’effetto del caldo sui reumatismi
Il caldo migliora la percezione di benessere articolare e muscolare perché rende più elastici i tessuti, ma in realtà non provoca un vero effetto curativo sull’evoluzione dell’artrite e dell’artrosi. Chi soffre di artrosi può avere un beneficio dalla stagione calda, ma attenzione perché quando le articolazioni sono fortemente infiammate, come nel caso di una artrite attiva, non conviene esporle al calore, occorre aspettare una fase di remissione della malattia.
Importante evitare di disidratarsi: chi soffre di malattie reumatiche sistemiche, che coinvolgono gli organi interni, tra cui i reni, deve bere spesso assumendo liquidi e con frutta e verdura. Chi assume poi il cortisone, ed è soggetto a crampi e sudorazione, deve fare attenzione a integrare sali minerali come magnesio e potassio.
I bagni in mare potrebbero scatenare il fenomeno di Raynaud
La pratica del nuoto è molto indicata perché i movimenti nell’acqua sono attutiti e le articolazioni sono meno stressate. Nel caso di spondilite anchilosante per esempio il nuoto è una pratica terapeutica per mantenere una buona postura della colonna vertebrale; quindi, con le accortezze dell’esposizione al sole già citate, il bagno si può fare. Chi soffre del fenomeno di Raynaud, ad esempio chi vive con sclerosi sistemica e connettiviti, anche in estat potrebbe andare incontro a questo disturbo, specialmente se si fa il bagno in acqua fredda dopo essere stati al sole.
Passeggiate in montagna? OK, ma non in vetta
È bene ricordare che in alta montagna, a causa dell’altitudine, la pressione atmosferica scende e questo può comportare una maggiore sensazione dolorosa, senza però causare danni. Chi invece soffre di malattie reumatologiche che coinvolgono anche polmoni o cuore deve stare molto attento per la riduzione dell’ossigeno, che potrebbe aggravare i problemi di respirazione.