Nel nostro Paese le patologie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morte e sono responsabili del 44% di tutti i decessi. La prevalenza di alcuni fattori di rischio, in particolare il diabete e l’obesità, è in aumento, e nonostante un numero maggiore di pazienti sopravviva al primo evento cardiovascolare, rimane sempre forte la possibilità di recidive.
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Ridurre i livelli di colesterolo nelle persone con diabete per evitare infarto e ictus
Dai risultati di un recente studio è emerso che una persona su tre con diabete ha una patologia cardiovascolare, nove volte su dieci causata da aterosclerosi delle arterie. Per questo è necessario abbassare il più possibile il colesterolo “cattivo” (LDL-C) per proteggere i pazienti ad alto rischio cardiovascolare: va in questa direzione la decisione, voluta in sinergia dalle società scientifiche di riferimento e dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), di abbassare i livelli soglia del colesterolo LDL da 100 a 70 mg/dL per l’utilizzo degli inibitori di PCSK9 in prevenzione secondaria.
Colesterolo e diabete
«Oggi è stato dimostrato che il colesterolo LDL è la causa dell’aterosclerosi e pertanto la sua riduzione rappresenta uno degli obiettivi principali per limitare eventi cardiovascolari come l’infarto miocardico e la mortalità. Il trattamento dell’ipercolesterolemia rimane uno dei caposaldi del profilo di rischio cardiovascolare, particolarmente nel paziente con diabete, in quanto è stata osservata una significativa riduzione degli eventi anche in prevenzione primaria» conferma Angelo Avogaro, Dipartimento di Medicina, Cattedra di Malattie del Metabolismo, Università degli Studi di Padova.
«Il trattamento dell’ipercolesterolemia diventa imperativo in pazienti diabetici con storia di pregresso evento cardiovascolare; purtroppo, soprattutto nei pazienti con diabete, i livelli di LDL colesterolo rimangono ben al di sopra dei target raccomandati (<70 mg/dl). In questi pazienti l’uso degli anticorpi monoclonali deve essere considerato se non è stata ottenuta una riduzione del colesterolo LDL al di sotto dei target raccomandati. Il raggiungimento di livelli di LDL colesterolo pari a 60 mg/dl si associa a regressione della placca aterosclerotica e, pertanto, l’uso degli inibitori della PCSK9 sarebbe ottimale nei pazienti con coronaropatia aterosclerotica in atto».