Non si arresta la crescita della trasmissione delle infezioni sessualmente trasmissibili. I dati preliminari dell’Istituto Superiore di Sanità mostrano un aumento di tutte le malattie. La situazione è ancora più preoccupante perché siamo alle porte dell’estate, la stagione tipicamente più esposta per queste patologie. Fondamentale quindi la prevenzione.
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La pandemia ha peggiorato la situazione della trasmissione delle infezioni sessualmente trasmissibili
“Il limitato accesso ai servizi per le IST durante il Covid potrebbe riflettersi in un allentamento dell’attenzione alla prevenzione. Conseguentemente ci potrebbe essere un aumento dei casi, che potremo però valutare adeguatamente solo nei prossimi anni”. Barbara Suligoi è responsabile Centro Operativo AIDS – ISS.
La preoccupazione per l’estate
L’estate vuol dire vacanze e maggiore spensieratezza. In questo contesto è più facile avere rapporti sessuali occasionali, con il rischio di Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST). Non si sta parlando solo di HIV, ma anche di epatiti virali, papilloma virus, infezioni batteriche di clamidia, gonorrea, sifilide. Anzi. La lotta contro l’AIDS segna dei successi grazie alle nuove strategie terapeutiche. Il quadro delle altre IST è composito e preoccupante. Questo uno degli spunti analizzati al Congresso ICAR di Bergamo.
Il Notiziario con i dati aggiornati sulle IST verrà pubblicato online sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità nelle prossime settimane. Ciò che emerge dai dati più recenti oggi disponibili, è l’impatto del Covid nel 2020 sulle IST come avvenuto anche per l’HIV.
Trasmissione delle infezioni sessualmente trasmissibili calata nel 2020, ma sono scesi anche i test
“Nel 2020 si è verificato un calo di casi rilevante, di circa un quarto rispetto all’anno precedente. Anche i test effettuati per le IST si sono ridotti di circa un terzo rispetto all’anno pre-Covid. Una conseguenza della riduzione forzata dell’attività in molti centri specialistici, della diminuita affluenza delle persone ai servizi di diagnosi e cura, e, forse, anche della ridotta esposizione a contatti sessuali a rischio. Quindi, meno visite, meno test e meno persone diagnosticate in tempo.
PrEP e terapie anti Aids stanno distraendo dalle altre malattie veneree
Nonostante questa riduzione nei numeri assoluti, tra i maschi che fanno sesso con maschi si è osservato un aumento del numero di diagnosi, in particolare di clamidia, gonorrea e sifilide. Il limitato accesso ai servizi per le IST durante il Covid, insieme ai benefici per l’HIV derivanti dallo U=U (chi ha livelli di HIV non rilevabili nel sangue non trasmette il virus) e dalla PrEP (profilassi pre-esposizione con antivirali) potrebbe riflettersi in un allentamento dell’attenzione alla prevenzione delle IST”.
A preoccupare gli infettivologi da circa un decennio è il costante aumento delle IST come clamidia, gonorrea, sifilide. Diverse le cause: una migliorata sensibilità diagnostica, un’elevata trasmissibilità dei virus, la limitata prevenzione.
Trasmissione delle infezioni sessualmente trasmissibili: la clamidia è spesso asintomatica
“La clamidia ha un trend globale in aumento a cui l’Italia non fa eccezione. Non è facile da diagnosticare, può essere asintomatica, ma può provocare gravi sequele, se non trattata. Fino al 30% delle donne con infezione da clamidia non trattata può sviluppare la malattia infiammatoria pelvica, che a sua volta può comportare problemi di fertilità o complicanze nella gravidanza. L’infezione si può manifestare con uretrite e cervicite, proctite, faringiti. Inoltre, la trasmissione dell’infezione dalla madre al bambino al momento del parto può comportare l’insorgenza di problemi oculari o polmoniti nel neonato. Esiste un trattamento antibiotico ampiamente disponibile”. Lucia Taramasso è infettivologa presso IRCCS Policlinico San Martino di Genova.
L’infezione da gonococco
“L’infezione da gonococco è la seconda malattia sessualmente trasmessa nel mondo dopo la clamidia. I dati sono in aumento in diverse aree geografiche. In Italia, dai 573 casi del 2013 si è passati agli 850 del 2017, 1,4 ogni 100mila abitanti. In Europa, nel 2018 sono stati riportati dall’ECDC 100.673 casi, quindi 26.4 ogni 100mila abitanti. Le conseguenze possono essere gravidanze ectopiche, infertilità, aumento di trasmissibilità di altre IST come l’HIV, uretriti, proctiti, faringiti”.
La sifilide
“La sifilide è l’infezione batterica sessualmente trasmessa più diffusa in Italia, con 1631 casi segnalati nel 2017, ossia 2,7 ogni 100mila abitanti. L’aumento è del 35% rispetto al 2015. La sifilide ha varie fasi:
- una papula o un nodulo nella zona dove si è avuto il contatto,
- poi sintomi sistemici,
- fino a poter colpire, dopo alcuni anni, anche il sistema nervoso centrale.
Esiste però un trattamento antibiotico efficace che consente di trattarla evitando le possibili conseguenze a lungo termine”.
Trasmissione delle infezioni sessualmente trasmissibili: l’HPV
Il papilloma virus (HPV) è l’infezione a trasmissione sessuale più comune al mondo. Si può prevenire grazie a un vaccino particolarmente efficace, soprattutto se fatto in età preadolescenziale. Dal 2007 è in corso un programma di vaccinazione a livello mondiale. I suoi effetti si notano già nel calo delle lesioni preneoplasie provocate dall’HPV nelle donne che hanno eseguito la vaccinazione prima dei 26 anni di età. Tuttavia, preoccupa il calo dei vaccini in Italia nel 2020. Come rilevato dal Ministero della Salute, la copertura vaccinale media per HPV nelle ragazze è al di sotto della soglia ottimale prevista dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale. Ancor più lontana quella dei ragazzi.
Cresce anche il chemsex
Desta una crescente attenzione la diffusione anche in Italia del fenomeno del chemsex. Si tratta dell’uso di sostanze tossiche per incrementare la durata delle prestazioni sessuali, fino anche a 24 ore consecutive. Studi e dati precisi in Italia sono ancora pochi, anche per le difficoltà nell’individuare l’uso di sostanze proibite. “Il chemsex va indagato, anche perché chi lo pratica talvolta neppure ne è consapevole – commenta Squillace –. È un mondo sommerso, più diffuso nelle grosse metropoli. Sicuramente disinibisce e altera la percezione del rischio, esponendo maggiormente alla probabilità di contrarre infezioni sessualmente trasmissibili”.