«Quel che importa, sia durante la vita, sia di fronte alla morte, è non sentirsi abbandonati e soli», scrisse Gigi Ghirotti, noto giornalista e scrittore italiano. E gli infermieri lo sanno bene. Figure professionali di grande valore, assistono e si prendono cura di decine di pazienti, a qualsiasi ora del giorno e della notte, instaurando una relazione di empatia e fiducia. Dalla prevenzione all’assistenza, dall’educazione alla salute e, ancora, dalla gestione alla ricerca, svolgono molteplici funzioni. In occasione della Giornata Internazionale dell’infermiere vi spieghiamo tutti gli step richiesti per diventare un professionista del settore.
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La Giornata mondiale del 2024
Il tema della Giornata è “Nutriamo la salute”. La presidente della FNOPI Barbara Mangiacavalli ha spiegato che si è scelto questo argomento per tornare all’origine della radice etimologica del nome. Sia in inglese antico – nurse -, sia in latino – nutrix – si rimanda al concetto della nutrizione, del prendersi cura di chi ha bisogno.
Chi è e cosa fa l’infermiere
L’infermiere è un professionista sanitario che previene, identifica e documenta i bisogni assistenziali del singolo o della comunità durante il percorso di cura. Applicando le buone pratiche per la gestione del dolore e dei sintomi a esso correlati, mette in atto una serie di prestazioni che ha la responsabilità di rivalutare e riadattare nel rispetto della volontà del paziente. Può agire sia individualmente sia in collaborazione, interfacciandosi con altri professionisti quali medici, fisioterapisti, logopedisti e psicologi.
Nella sua attività di assistenza sanitaria svolge diverse mansioni: effettua test, somministra farmaci, cure e terapie, monitora le condizioni di salute del paziente (temperatura, pressione sanguigna, battito cardiaco) e si assicura il costante aggiornamento della cartella clinica. All’interno di una struttura può occuparsi anche di compiti più specifici come effettuare un elettrocardiogramma, raccogliere campioni, eseguire vaccini o applicare medicazioni.
Il suo valore però non deriva solamente dall’assistenza infermieristica, ma anche dalla sua capacità nel comprendere e gestire il dolore della persona nella sua complessità, da quello fisico a quello psicologico, sociale, spirituale e familiare.
Dove lavora
L’infermiere può lavorare in enti pubblici (Aziende Sanitarie Locali, Aziende Ospedaliere, istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, strutture di cura e di ricovero) o enti privati come strutture residenziali, cliniche specialistiche, ambulatori, Onlus ecc., ma anche da libero professionista per ambulatori, studi associati o cooperative.
In Italia, per lavorare nel pubblico l’infermiere deve superare un concorso regolarmente bandito dall’azienda di riferimento, mentre per il privato di solito è sufficiente un colloquio conoscitivo con l’ufficio del personale dell’ente stesso. All’estero questa figura è molto ricercata, per questo l’offerta è alta, soprattutto in Paesi quali Inghilterra, Belgio, Germania e Isole Canarie.
Le aree di assistenza infermieristica sono classificate in ambiti e contesti differenti. L’infermiere può scegliere di lavorare per: aree di assistenza di base, come la medicina e la chirurgia; aree tecniche quali sala operatoria o dialisi; area critica, ovvero rianimazione o pronto soccorso; aree specialistiche, come psichiatria, oncologia, pediatria ecc; oppure sul territorio, come infermiere di assistenza domiciliare o esperto nella cura delle lesioni.
Come diventare infermiere
Primo (e unico) passo per diventare infermiere è conseguire una laurea triennale in Infermieristica e superare un esame di Stato con successiva iscrizione all’ordine professionale. Il corso è a numero programmato e prevede un test di ammissione la cui data viene definita ogni anno dal Ministero dell’Istruzione. Il piano didattico alterna attività di apprendimento teoriche, pratiche e di tirocinio per le quali sono previste propedeuticità e obblighi di frequenza.
Seconda tappa è il tirocinio, che consiste nell’affiancamento dello studente a un infermiere tutor capace di guidarlo all’apprendimento pratico. Qui lo studente assume le vesti dell’infermerie, fa esperienza sul campo, conoscendo competenze e responsabilità infermieristiche richieste nei vari contesti assistenziali.
Conseguita la laurea, è possibile proseguire il percorso formativo scegliendo tra: master di specializzazione di primo e secondo livello, laurea magistrale e dottorato di ricerca. Ognuno accresce le competenze necessarie per svolgere la professione. Nello specifico, con il primo l’infermiere diventa coordinatore infermieristico, con la magistrale invece diventa infermiere dirigente.