Decorazione per la festa di Halloween? Reperto del museo di storia naturale? Niente di tutto questo. Il modello scheletrico che state vedendo in fotografia, composto essenzialmente da un bacino e un paio di gambe, riproduce a scopo didattico le deformità di una donna malata di rachitismo.
La storia
Il reperto appartiene alla collezione di strumenti sanitari storici della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, che comprende oltre duemila pezzi raccolti dal Seicento fino alla prima metà del Novecento: alcuni sono frutto di donazione, mentre altri sono stati utilizzati direttamente dai medici dell’antico ente ospedaliero meneghino. Questo modello scheletrico, in particolare, arriva dal museo didattico della Regia Scuola di Ostetricia, fondata a Milano nel 1760 da Maria Teresa d’Austria. Qui era conservata una vera e propria collezione di pelvi viziate, famosa in tutta Europa: avviata nel 1824, contava ben 210 preparati a secco simili a questo.
La curiosità
La forma e le dimensioni delle ossa riprodotte nel modello sono molto differenti da quelle che siamo abituati a vedere sui libri di anatomia: la grandezza dei piedi fa intuire che si tratti dello scheletro di un individuo adulto, mentre i femori particolarmente corti e le deformità accentuate di tibia, perone e bacino indicano un’evidente alterazione dello sviluppo osseo.
Nei secoli scorsi questo problema era piuttosto comune soprattutto nelle fasce più povere della popolazione, a causa della malnutrizione e dei lavori usuranti. Nelle donne, in particolare, la deformità del bacino poteva rappresentare un grosso rischio nel delicato momento del parto: da qui la scelta di utilizzare questo e altri modelli scheletrici di pelvi viziate a scopo didattico in una scuola di ostetricia e ginecologia, per preparare i futuri medici ad affrontare anche i casi più complessi per garantire la nascita del bambino o almeno la sopravvivenza della madre.
Elisa Buson
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