Ok, siamo tutti d’accordo: questo è un volto umano. Non proprio una copertina di Vogue. Forse più una locandina da film dell’orrore. Di certo ha avuto una grande utilità in passato, quando ancora i libri di medicina non erano arricchiti con dettagliate fotografie a colori.
Questa maschera è infatti il calco del volto di un paziente affetto da una malattia cronica di natura autoimmune, il Lupus eritematoso, e nel secolo scorso è stata utilizzata a scopo didattico in dermatologia.
La storia
Il reperto appartiene alla collezione di strumenti sanitari storici della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, che comprende oltre duemila pezzi raccolti dal Seicento fino alla prima metà del Novecento: alcuni sono frutto di donazione, mentre altri sono stati utilizzati direttamente dai medici dell’antico ente ospedaliero meneghino.
La curiosità
La dermatologia è sempre stata uno dei punti di forza del Policlinico di Milano, che già alla fine del Quattrocento offriva assistenza ai malati di sifilide presso l’antico ospedale del Brolo, a cui seguirono nei secoli il sifilicomio e, nel 1908, il nuovo ospedale dermosifilopatico di via Pace.
Proprio in questa struttura, nel 1910, il dottor Bellini realizzò con la tecnica del moulage diversi calchi in gesso di volti o parti anatomiche dei degenti: rivestiti di cera e colorati a mano con grande maestria, mostravano dettagli estremamente realistici proprio perché servivano ad addestrare gli specializzandi in modo sicuro, evitando il contatto diretto con i pazienti a rischio contagio.
Ancora oggi, nelle vetrine del Policlinico, è possibile ammirare 75 modelli di facce, mani e piedi colpiti da affezioni dermatologiche impressionanti.
Elisa Buson
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE
Giornata contro il Lupus: cause, sintomi e cure
Psoriasi, scopri i tessuti amici e nemici della pelle