Ventilazione meccanica e contagio di Covid. Da diversi mesi la comunità scientifica sottolinea quanto sia importante la ventilazione degli ambienti chiusi, anche se finora molto poco è stato fatto dalle istituzioni. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto come fondamentali per arginare il rischio contagio negli ambienti chiusi questo tipo di ventilazione. In molti si sono concentrati sulle barriere fisiche come i plexiglas che sono poco efficaci. Tanti sforzi sono stati fatti per l’igiene delle superfici. Anche in questo caso con grandi dispendio di risorse economica e pochi risultati.
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Ventilazione meccanica e contagio di Covid permette un abbattimento del rischio dell’80%
Ora uno studio conferma che gli impianti di Ventilazione meccanica controllata (Vcm) riducono di oltre l’80% il rischio di contagio da Sars-CoV-2 negli ambienti al chiuso. Per la loro massima efficacia occorre che siano utilizzati con la massima portata di ricambio dell’aria, quindi con sei o più ricambi all’ora. La notizia è contenuta in una ricerca pilota condotta dalla Fondazione David Hume insieme alla Regione Marche.
I ricercatori hanno messo sotto osservazione 10.441 classi dislocate sul territorio marchigiano. 10.125 non avevano l’impianto a Ventilazione meccanica controllata, mentre 316 ne disponevano. Il team di lavoro ha scelto le Marche perché sono l’unica regione in Italia ad investire su questo tipo di tecnologie.
Le Marche sono la regione capofila di questo sistema
Il presidente della giunta regionale delle Marche, Francesco Acquaroli, ha spiegato che usando questa tecnologia “nelle scuole, ma anche negli uffici e negli altri ambienti chiusi, si potrebbe ridurre il tasso di incidenza da 250 su 100.000, che è la soglia di rischio individuata dal ministero, a un tasso di 50 su 100.000”. Il governatore ha spiegato che la Regione ha investito finora 12 milioni di euro. Nove milioni sono serviti per installare gli impianti di Vmc nelle scuole. L’ente locale ha speso altri 3 milioni per adibire le aule con sanificatori.
Cos’è la Ventilazione meccanica controllata? Che differenza c’è con l’aerazione?
Con la Ventilazione meccanica controllata (VMC) s’immette in un luogo chiuso aria fresca presa dall’esterno purificata attraverso dei filtri. In questo modo si garantisce aria “sana” senza virus, batteri e particelle inquinanti. L’aria viene presa dall’esterno grazie all’uso di un ventilatore che attraverso dei canali e condutture, la trasporta all’interno dei locali. L’apertura delle finestre, che pure aiuta in qualche modo ad abbassare le probabilità di contagio, si chiama areazione. Il limite è che il ricambio d’aria non solo non è né continuo, né controllato, ma soprattutto non è filtrato. Può contenere polveri, pollini, fumi, virus e batteri.
I risultati dello studio sulla Ventilazione meccanica e contagio di Covid
I risultati dello studio non sembrano lasciare dubbi. L’impatto della Ventilazione meccanica controllata abbatte la carica virale nell’aria in modo forte e significativo. “Maggiore è il ricambio dei volumi dell’aria, maggiori sono i risultati della riduzione della contaminazione”. Il professor Luca Ricolfi è presidente della Fondazione Hume e docente di Analisi dei dati all’Università di Torino.
Lo studio ha sottolineato, come c’era da aspettarsi, che le classi più numerose hanno un rischio sensibilmente più alto, anche del 30-40% di contaminazione in più rispetto alle classi più piccole. “Il fattore di abbattimento assicurato dalla Vcm è paragonabile a quello del vaccino. Molto efficace e insostituibile come protezione dalla malattia, ma meno dal punto di vista della trasmissione. In sostanza la VCM, ben fatta, ha una capacità di contenimento della circolazione del virus doppia rispetto al vaccino”.