Mettiti la maglietta della salute, stai attenta alla corrente, asciugati bene i capelli. Queste erano le raccomandazioni che da bambina sentivo continuamente pronunciare da mia madre.
Ero molto cagionevole
E non perché lei fosse particolarmente apprensiva, ma perché io, la più piccola di tre sorelle, ero un po’ cagionevole di salute. Per un semplice raffreddore finivo in ospedale e, proprio in occasione di un ricovero, i medici scoprirono che soffrivo d’asma.
Facevo fatica durante l’attività fisica
In effetti avevo maggiori difficoltà degli altri nel compiere le normali attività di tutti i giorni: giocare al parco con gli altri bimbi piuttosto che salire le scale. Per non parlare dei problemi che incontravo mentre facevo attività fisica. A sei anni, infatti, ho iniziato a ballare: amavo questa disciplina che per anni è stata al centro della mia vita.
La danza comunque era la mia vita
Io e Luis, il mio collega ballerino, eravamo una coppia di danza sportiva: abitino luccicante e scarpe con il tacco per me, camicia nera attillata e cappelli «leccati» da un lato per lui. Mi brillano gli occhi nel ricordare quei momenti, eravamo molto carini insieme e anche abbastanza bravi, tanto che siamo riusciti anche a vincere il campionato spagnolo.
Durante le prove mi mancava il respiro
Nonostante la voglia di ballare e la determinazione non mi mancassero, era evidente la fatica che facevo ad allenarmi. Dopo il riscaldamento il respiro si faceva più corto e, allora, ero costretta a rallentare. Luis sapeva del mio stato di salute ed era lui, alcune volte, a condurre completamente la performance, mi trascinava, per così dire.
Finivo spesso in ospedale per crisi asmatiche
L’asma si presentava anche nella quotidianità e i piccoli sbalzi di temperatura si trasformavano in crisi respiratorie, con conseguenti corse in ospedale. In queste circostanze, che intorno ai dieci anni di età erano sempre più frequenti, i medici mi somministravano una cura a base di ossigeno, che mi aiutava in poco tempo a riprendere la normale respirazione.
Insieme alla terapia facevo “ginnastica per i polmoni”
Non avevano ben capito il perché di questa malattia, visto che nessuno in famiglia ne aveva mai sofferto prima. Assieme alla cura con l’aerosol, al Ventolin che dovevo portare sempre con me, mi era stata prescritta anche una ginnastica per allenare i polmoni.
Si trattava di esercizi di respirazione per aumentare la capacità polmonare, perché, come dicevano gli specialisti, i polmoni vanno allenati esattamente come tutto il resto del corpo (per saperne di più leggi qui). E così è stato, perché, seguendo questi consigli, sono riuscita a liberarmi dell’asma senza mai smettere di ballare.
Ora affronto le allergie con un antistaminico
E proprio gli intensi allenamenti hanno aumentato la mia resistenza polmonare, favorendo la risoluzione del problema. Qualche residuo di questa malattia è rimasto comunque, ma si è ridotto alle allergie verso i pollini e alla polvere, che affronto tranquillamente con un antistaminico.
L’ultima volta in ospedale avevo 13 anni
L’ultimo ricovero in ospedale risale, infatti, a quando avevo 13 anni e, secondo i dottori, questo netto miglioramento è stato dovuto anche al passaggio dall’infanzia all’adolescenza: sono diventata più grande io e i miei polmoni insieme con me.
Mi piace fare fatica
Crescendo ho, però, sempre avuto paura che l’asma, quella infiammazione che non mi lasciava respirare, potesse ritornare e impedirmi, così, di praticare sport, che è sempre stata una mia delle mie più grandi passioni. Fortunatamente questo non è successo e nell’allenamento non ho limitazioni.
Ora faccio qualsiasi sport
Per me è importante fare un tipo di attività che mi faccia faticare, quelle che ti fanno sudare e liberare endorfine. Per questo le ho provate tutte: lo spinning, la corsa e, soprattutto, l’arrampicata. Ancora non mi sembra vero che la bambina, che prima aveva il fiatone dopo tre gradini, oggi è una donna che scala le montagne.
Rocío Muñoz Morales
Testimonianza raccolta da Cinzia Galleri per OK Salute e benessere gennaio 2017
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