È sempre più vicina una cura contro la Leucemia Mieloide Acuta. Già ora grazie al trapianto di midollo osseo e alla chemioterapia guarisce tra il 65 e il 75% dei pazienti che hanno meno di 60 anni. La sfida però non può ancora dirsi vinta: la sopravvivenza a cinque anni è inferiore al 30%, con una prognosi peggiore per i pazienti più anziani, raggiungendo meno del 10%, a causa di un alto tasso di recidiva. La terapia molecolare ha aperto una nuova strada.
Marco Spinelli è pediatra al San Gerardo di Monza
L’immunoterapia con l’utilizzo di linfociti T geneticamente modificati per esprimere i recettori chimerici (CARs) rappresenta una nuova ed innovativa frontiera terapeutica, come recentemente dimostrato nel trattamento della Leucemia Linfoblastica Acuta (LLA). Negli ultimi anni il gruppo di Ricercatori del laboratorio Tettamanti ha sviluppato, tramite studi in vitro e in vivo, due CAR diretti contro due diversi bersagli di leucemia mieloide, CD33 e CD123, per modificare geneticamente le cellule CIK, o cellule killer indotte da citochine, un particolare tipo di linfociti T facilmente espandibili in vitro.
Sarah Tettamanti, biotecnologa del laboratorio Tettamanti
Sempre impegnata in prima fila per la ricerca di una cura della Leucemia Mieloide Acuta l’Associazione Quelli che con Luca, nata nel 2011 per volontà del papà di Luca, Andrea Ciccioni, quando suo figlio, nonostante una lunga battaglia fatta di determinazione e sorrisi, medici capacissimi e tantissimi amici, viene sconfitto da una grave forma di leucemia mieloide acuta.
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