Il Long Covid nei bambini è più frequente di quanto si pensi. Se con la variante Delta il numero dei casi si fermava a 7 ogni 100, con Omicron sembra che la situazione sia peggiore. Mancano ancora dati tangibili, ma sono tanti i genitori che lamentano degli strascichi della malattia anche dopo l’arrivo dell’agognato tampone negativo. Ecco perché la Società Italiana di Pediatria ha redatto un Documento di Consenso per aiutare i pediatri e i genitori a capire innanzitutto se si tratti di Long Covid o altro. Secondo alcuni esperti infatti in molti casi non si tratterebbe di Long Covid, ma di altri problemi.
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Long Covid nei bambini: far visitare dal pediatra vostro figlio dopo 1 mese e poi dopo 3 mesi
Il primo consiglio è quello di fare visitare i propri figli 4 settimane dopo la guarigione da Covid. O meglio un mese dopo il tampone negativo. In questo modo il pediatra potrà individuare l’eventuale presenza di sintomi di Long Covid.
La seconda raccomandazione è quella di tornare dal proprio pediatra tre mesi dopo la diagnosi di Covid. Spesso alcuni sintomi durano qualche settimana dopo la “guarigione” per poi scomparire. In questo modo ci si può concentrare sugli eventuali sintomi persistenti. Il medico consiglierà se necessario alcuni esami di approfondimento. Va ricordato che si può parlare di tecnicamente di Long Covid dopo tre mesi dalla diagnosi di infezione con sintomi che perdurano da almeno 2 mesi.
Quanto è diffuso Long Covid nei bambini?
“La reale diffusione del Long Covid tra bambini e adolescenti non è determinata. Varia dal 4 al 60% a seconda degli studi, peraltro molto eterogenei. Negli Stati Uniti sono stati diagnosticati oltre 6 milioni di casi di Long Covid in bambini e adolescenti, pari al 16% di tutti i casi di Long Covid segnalati nell’intera popolazione”. Annamaria Staiano è presidente della SIP.
Non esiste una cura precisa, bisogna seguire i sintomi
“Sono necessari ulteriori studi non solo per definire la reale prevalenza del long Covid nei bambini, ma anche per comprendere meglio questa malattia e migliorare il trattamento. Al momento non esistono cure standardizzate. Dopo gli accertamenti di routine si praticano le terapie sulla base del sintomo prevalente. Nel frattempo, la vaccinazione appare fondamentale per proteggere bambini e adolescenti dalle possibili conseguenze a lungo termine del Covid-19″.
Quali sono i principali sintomi di Long Covid?
I sintomi sono molto simili a quelli che sperimentano gli adulti. Quello più comune e anche più documentato è la stanchezza. Quasi 9 persone su 10 – precisamente l’87% – dei pazienti con Long Covid lamentano un affaticamento costante.
Altri sintomi che possono aiutare nella diagnosi sono:
- mal di testa,
- insonnia o comunque disturbi del sonno,
- dolore addominale,
- dolore alle articolazione e ai muscoli,
- difficoltà di concentrazione,
- dolore toracico persistente,
- mal di stomaco,
- nausea,
- diarrea,
- palpitazioni cardiache,
- lesioni cutanee.
I sintomi che colpiscono la salute mentale dei più giovani
I sintomi neuropsichiatrici persistenti sembrano essere disturbi altrettanto comuni nei bambini e negli adolescenti. Possono manifestarsi sia da soli, sia insieme ad altri problemi. In genere questi sintomi sono più diffusi tra chi ha avuto sintomi seri durante la malattia, ma possono colpire anche i pazienti asintomatici o paucisintomatici, cioè con sintomi lievi. Questo accade perché la pandemia rappresenta un elemento particolarmente stressante anche per chi ha manifestazioni assolutamente moderate.