La domanda è di quelle da lasciare perplessi, a tratti fantascientifica, ma per questo affascinante. Può la musica influenzare lo sviluppo degli embrioni destinati alla fecondazione assistita e renderli in qualche modo «migliori» di quelli che crescono senza essere intrattenuti da un pianoforte? L’ipotesi è nata tra gli esperti della clinica romana dell’Istituto Valenciano de Infertilidad (IVI), ma è germogliata grazie a uno studio del biologo e musicista Emiliano Toso all’Università di Padova.
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La musica e i semi delle piante
Lo scienziato-artista, con la collaborazione del dipartimento di Agronomia dell’ateneo, ha analizzato l’effetto della sua musica sulla crescita dei semi di alcune piante. I risultati dell’esperimento (prossimamente pubblicati) hanno parlato a favore delle onde sonore, che sarebbero state in grado di migliorare la crescita vegetale. Ad esempio incrementando la resistenza dei semi allo stress.
Il progetto Translational Music
Il passo dal seme all’embrione è lungo, ma è proprio questa la scommessa di IVI e del suo progetto “Translational Music”, che sarà portato avanti nel corso di tutto il 2022. Prima con un progetto pilota di circa tre mesi con un centinaio di pazienti e poi, se ci saranno le basi, con uno studio più ampio.
La musica a 432 Hertz
Che la musica abbia un impatto a livello psicologico e neurologico e sia in grado di favorire il rilassamento, così come la concentrazione, è cosa nota e sempre più considerata anche a livello ospedaliero. In particolare, quella suonata da Toso è musica a 432 Hertz. Significa «che gli strumenti sono accordati con una nota “la” più bassa rispetto alla musica tradizionale accordata a 440 Hz, e che creano onde sonore più rilassanti».
Toso ha già avuto modo di testare la sua musica in ambito medico. Il primo grande successo risale a circa un anno fa, quando, per la prima volta su scala mondiale, ha suonato un pianoforte a coda in sala operatoria, durante un’operazione di quattro ore su un bambino di dieci anni con un doppio tumore al midollo spinale. Il fine era quello di rilassare sia il piccolo paziente che l’équipe medica.
La musica per embrioni
Nel progetto intrapreso con IVI, le onde musicali di Toso a 432 Hz verranno riprodotte e diffuse all’interno degli incubatori in cui vengono «coltivati» gli embrioni prima del trasferimento nell’utero delle future mamme. La propagazione della melodia nell’ambiente in cui si sviluppano gli embrioni sarà possibile grazie a uno speciale trasduttore, già utilizzato nelle incubatrici dei bambini prematuri, e permetterà una diffusione costante.
Musica ed epigenetica
«Siamo nel pieno dell’epigenetica perché cerchiamo di capire se un fattore ambientale come la musica possa influenzare lo sviluppo genetico degli embrioni» spiega Marco Toschi, direttore di laboratorio presso il centro IVI Casilino di Roma. «Sappiamo già che alcuni fattori, come la qualità dell’aria o la tipologia del terreno di coltura, hanno questa influenza. La nostra ipotesi è che le onde sonore possano migliorare il profilo morfocinetico dell’embrione. Aumentando anche le possibilità di gravidanza una volta trasferito nell’utero materno. Capiremo l’influenza della musica sugli embrioni grazie alle nostre incubatrici altamente tecnologiche (chiamate embryoscope), che ci permettono di monitorare giorno dopo giorno, e minuto per minuto, i parametri embrionali». Durante l’esperimento, la musica sarà l’unica variabile. «Le donatrici sono state scelte tutte con le stesse caratteristiche e riceveranno la medesima stimolazione ovarica» conclude l’esperto.
Musicomedicina: una possibile scelta per le pazienti
Se la l’ipotesi sarà confermata, la musica che coccola gli embrioni prima del transfer potrebbe diventare una prassi della fecondazione assistita? «Come accade già con altri strumenti a nostra disposizione, come l’incubatrice embryoscope che ci permette di identificare gli embrioni con maggiori possibilità di impianto, noi spieghiamo alle nostre pazienti che possono scegliere tra un’incubatrice tradizionale e una più tecnologica» fa sapere Daniela Galliano, specialista in ostetricia, ginecologia e medicina della riproduzione, responsabile del centro IVI di Roma.
«Immagino che la stessa cosa accadrà con i risultati di questo studio. Se l’esito dovesse eguagliare le evidenze già raccolte sui semi delle piante e dimostrare che la musica può influire positivamente sugli embrioni, aumentando persino la possibilità di gravidanza, noi daremo alle pazienti la possibilità di scegliere tra un’incubatrice con, o senza, onde sonore». Uno scenario futuribile, che dipende dai risultati preliminari dello studio pilota, attesi non prima di marzo.