Basta un’iniezione per controllare l’HIV e basta farla una volta ogni due mesi. Diventano sempre migliori le terapie contro l’HIV. Già con quella antiretrovirale la qualità della vita è decisamente buona e l’aspettativa di vita è la stessa delle persone sane.
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Un’iniezione per controllare l’HIV: quali sono i farmaci?
La necessità però di assumere giornalmente la terapia oggi può essere evitata, grazie alla disponibilità di nuove terapie a lungo termine. Gli esperti hanno confermato i vantaggi della terapia a lunga durata d’azione per il controllo dell’HIV con nuovi dati sull’associazione di due farmaci, cabotegravir e rilpivirina. Si somministra ogni due mesi ed elimina la necessità di assumere quotidianamente una terapia antivirale contro il virus. Va da sé che i vantaggi per la qualità di vita dei pazienti siano davvero notevoli. Dopo l’approvazione da parte dell’EMA, l’Agenzia Europea del Farmaco, i primi antiretrovirali in una formulazione iniettabile a lunga durata d’azione sono disponibili da alcuni mesi anche in Italia.
Iniezione per controllare l’HIV: a chi è indicato? Come funziona?
I medici prescrivono questa terapia iniettiva a pazienti che sono in soppressione virale, con l’infezione già sotto controllo. Il farmaco è sicuro e ben tollerato. Negli studi che ne hanno portato alla commercializzazione, pochissimi pazienti hanno deciso di tornare alla terapia orale. L’effetto collaterale più diffuso è un po’ di arrossamento e di dolore nella zona dell’iniezione. Questo problema si risolve fortunatamente in breve tempo.
Occorre recarsi in ospedale una volta ogni 60 giorni
Uno dei limiti di questa nuova terapia è che serve la presenza di un operatore sanitario. I pazienti devono recarsi quindi in ospedale, anche se ogni due mesi. Sono in corso studi per poter arrivare alla autosomministrazione del farmaco. L’adesione alla terapia è più semplice, perché ce ne si può dimenticare per otto settimane. È però fondamentale che i pazienti si impegnino a rispettare il calendario di somministrazione. È necessario per mantenere la soppressione virale e ridurre il rischio di rialzo viremico e il potenziale sviluppo di resistenza associato alla mancata assunzione delle dosi.