L’intervento chirurgico per il tumore della tiroide può essere evitato, salvando così un organo così importante. Questo è possibile grazie alla termoablazione guidata dall’imaging. Si tratta di una tecnica innovativa sperimentata all’Istituto Europeo di Oncologia. Con questo via libera entra a far parte delle linee guida sui trattamenti mini-invasivi nei pazienti con tumore iniziale alla tiroide. Le nuove direttive sono state appena pubblicate sulla rivista scientifica European Thyroid Journal. Il riconoscimento da parte della comunità scientifica europea ha così fatto diventare la termoablazione una nuova scelta di cura, che offre ai pazienti candidabili la possibilità di essere trattati in maniera mini-invasiva, evitando la chirurgia.
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Cancro della tiroide: casi in aumento, ma potrebbe dipendere dal perfezionamento delle tecniche di diagnosi
Il cancro della tiroide rappresenta circa il 4% di tutti i tumori. Colpisce soprattutto le donne tra i 40 e i 60 anni, tanto da essere uno delle neoplasie più frequenti per le signore in questa fascia d’età. L’incidenza è di circa 5 casi ogni 100.000 abitanti per gli uomini e circa 15-18 nuovi casi ogni 100.000 abitanti per le donne. Il numero di casi di tumore della tiroide è molto aumentato negli ultimi decenni. Le nuove diagnosi hanno riguardato soprattutto piccoli carcinomi scoperti spesso casualmente durante un’ecografia tiroidea. Proprio il miglioramento delle capacità di diagnosi potrebbe nascondere il motivo di questo aumento di casi.
Intervento chirurgico per il tumore della tiroide: quando è possibile la termoablazione?
Se il tumore della tiroide, specie di tipo papillare, ha dimensioni inferiori a un centimetro e si trova solo nella tiroide, è chiamato microcarcinoma. Questo tipo di tumore ha una bassa aggressività. In genere progredisce lentamente, tanto che in genere gli esperti chiedono di aspettare prima di iniziare le terapie, proprio per eviare ai pazienti un intervento chirurgico comunque invasivo. È in questi casi che entra in gioco la termoablazione, che consente di evitare la chirurgia offrendo un trattamento di pari efficacia oncologica.
Questi trattamenti possono essere applicati anche in caso di tumori di maggiori dimensioni, o alle metastasi linfonodali da tumore della tiroide, quando la chirurgia risulti non fattibile o troppo rischiosa. Per i pazienti con tumore della tiroide, anche in stadio metastatico, aumentano così le possibilità di ricevere un trattamento efficace.
Intervento chirurgico per il tumore della tiroide: in cosa consiste la termoablazione?
La termoablazione consiste nell’inserimento di uno speciale ago estremamente sottile nella zona del tumore, sotto la guida di imaging, come un’ecografia o una TAC. Utilizzando una dose di energia termica, permette di distruggere il tumore, preservando il tessuto sano circostante. I medici usano da tempo questa procedura nel trattamento di diversi tipi di tumore, come quelli al fegato, al rene e al polmone. Solo recentemente però sono stati sviluppati dispositivi da termoablazione specifici per il collo.
L’inserimento della termoablazione nelle linee guida “grande soddisfazione” per Italia e per lo IEO
“Il documento delle linee guida rappresenta una pietra miliare per la diffusione dei trattamenti mini-invasivi nel trattamento dei pazienti con tumore della tiroide. È anche un grande riconoscimento per il nostro Paese e per l’Istituto Europeo di Oncologia, ancora una volta leader nel mondo nel campo della ricerca sui trattamenti mini-invasivi in ambito oncologico”. Giovanni Mauri è radiologo della Divisione di Radiologia Interventistica IEO, ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano e primo autore del lavoro. Mauri è stato tra i primi ad applicare questo tipo di trattamento nei pazienti affetti da tumore della tiroide. Per la sua esperienza è stato chiamato dalla European Thyroid Association (ETA) e dalla Cardiovascular and Interventional Society of Europe (CIRSE) a coordinare un gruppo di esperti europei per la stesura delle prime linee guida sui trattamenti mini invasivi nei pazienti con tumore della tiroide.