La maestra morta a Roma lo scorso 26 dicembre al Policlinico Gemelli di Roma non aveva contratto la meningite meningococcica, ma una forma dovuta al batterio escherichia coli senza rischio di trasmissione diretta da persona a persona. Ad annunciarlo un comunicato ufficiale della Regione Lazio.
La donna insegnava alla scuola Cesare Battisti nel quartiere della Garbatella e aveva poco più di 50 anni. Era subito scattato l’allarme, perché la maestra era in classe fino a giovedì 22 dicembre. La profilassi per la sua famiglia era partita già il giorno di Natale, mentre per gli alunni, le loro famiglie, e per il personale della scuola in contatto con la donna il 27 dicembre, quando l’Asl aveva inviato una e-mail ai genitori in cui scriveva che era consigliata la profilassi antibiotica indicata per la Meningite Meningococcica, già praticata dal personale sanitario e dai familiari della paziente. Si consigliava quindi di rivolgersi immediatamente al proprio medico.
La meningite è generalmente di origine infettiva e può essere virale, batterica o causata da funghi. La forma virale, detta anche meningite asettica, è quella più comune: di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di 7-10 giorni. La forma batterica, quella tornata a colpire in questi mesi, è più rara ma estremamente più seria, e può avere conseguenze fatali. Il Neisseria meningitidis (meningococco) alberga nelle alte vie respiratorie (naso e gola), spesso di portatori sani e asintomatici (2-30% della popolazione). La principale causa di contagio è rappresentata dai portatori sani del batterio. Nel 10-20% dei casi la malattia è rapida e acuta, con un decorso fulminante che può portare al decesso in poche ore anche in presenza di una terapia adeguata.
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