Il rapporto tra cambio dell’ora e salute è da sempre al centro di studi scientifici. Il problema tendenzialmente è l’esposizione alla luce solare, che influisce soprattutto sull’aspetto psicologico della nostra vita e sulla capacità di riposo. Tendenzialmente questi disturbi durano giusto un giorno e si risolvono facilmente. In alcuni casi invece questa sensazione di malessere può durare anche diversi giorni. Gli aspetti più interessati oltre all’umore e al sonno sono la sensazione di fame e il corretto funzionamento delle nostre difese immunitarie.
Come si diceva il problema è che portando un’ora indietro la lancetta dell’orologio, “perdiamo” un’ora di luce naturale e ne aggiungiamo una di luce artificiale. Questo in soldoni significa un minore rilascio di serotonina, considerata uno degli ormoni del benessere e di melatonina, l’ormone che rende il nostro riposo migliore. È poi più complicata la produzione di vitamina D attraverso l’esposizione al sole, con conseguenze sul tono dell’umore, ma anche sulle difese immunitarie.
In questo articolo
Cambio dell’ora e salute: quali sono i sintomi?
I sintomi sono quelli che conosciamo tutti:
- stanchezza,
- voglia di fare nulla,
- difficoltà a concentrarsi,
- sbalzi dell’umore,
- irritabilità.
Cambio dell’ora e salute: chi rischia le conseguenze più importanti?
Come si diceva prima la maggior parte delle persone riesce a superare in modo banale questo periodo. Ci sono però altri che hanno già qualche problema che potrebbero vedere acuirsi i sintomi della condizione che vive. «Questo difficoltoso riallineamento tra orologio biologico e ambiente potrebbe portare a soffrire maggiormente di depressione, emicrania, avere conseguenze sulla salute metabolica, immunitaria ed epatica coinvolgendo miocardio (in alcuni casi) o tiroide. Spostare un’ora indietro l’orologio significa accelerare, forzando, il naturale assestamento del nostro organismo al cambiamento di disponibilità di luce progressivo tipico dell’autunno e al conseguente cambio dei ritmi fisiologici», interviene Monica Bossi, medico chirurgo specialista in medicina interna.
Attenzione alla possibilità di prendere peso
«Il difetto del sonno oltre a non favorire la pulsatilità adeguata della leptina, l’ormone che regola la sazietà, porta anche a un incremento della grelina, l’ormone diurno che stimola la fame, soprattutto di cose dolci», continua la dottoressa. Anche gli sbalzi d’umore possono portare una persona a cercare una ricompensa nel cibo, generalmente nel comfort food, quindi dolci e prodotti ultraprocessati. Pure l’eccesso di cortisolo, che è l’ormone dello stress e si alza quando si dorme male, porta a rallentare il metabolismo, con conseguenze sull’appetito e quindi sul peso corporeo. Qui potete trovare alcuni consigli su quali alimenti mangiare in questi giorni.
Cambio dell’ora e salute: come affrontare e superare nel migliore dei modi questo periodo di passaggio?
Ecco i 5 consigli della dottoressa Bossi:
Attenti a cosa mangiate la sera prima del cambio dell’ora
La sera prima del ritorno all’ora solare, quindi la notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre, scegliete una cena a base di carboidrati semplici non raffinati (ad esempio un piatto di riso o altri chicchi) con le verdure. Oppure carne bianca. Altrimenti frutta come prugne e banane o eventualmente un bicchiere di latte. Da evitare carni rosse e primi con altre proteine animali.
Dormite lo stesso numero di ore
Andate a letto un’ora dopo la sera tra il 29 e il 30. In questo modo dormirete lo stesso numero di ore al quale si è abituati e non un’ora in più.
Fate una doccia calda o un bagno rilassante
La cosa migliore sarebbe un bagno rilassante, ma non tutti abbiamo la vasca in casa. Immergersi nell’acqua calda, magari con dei sali profumati distende la muscolatura e ci prepara a un buon riposo. Lo stesso può accadere restando qualche minuto in più sotto il getto dell’acqua calda della doccia.
Niente attività fisica di sera
Bisogna invece evitare di svolgere attività fisica nelle ore serali. Ricordatevi di spegnere anche tutti i dispositivi elettronici, cellulare in primis, almeno un’ora prima di andare a dormire. Questo vi aiuterà a riposare meglio.
Possono servire gli integratori?
Come sempre prima di assumere un integratore con estratti vegetali parlatene sempre con il vostro medico o con il farmacista. Se prendete farmaci, assicuratevi che non ci siano interazioni. Può essere opportuno per una durata che dipende dalle situazioni individuali di disequilibrio, l’utilizzo di supporti come gli adattogeni e i nutraceutici. I più efficaci in questo caso possono essere:
- la rodhiola che assieme al magnesio eleva la soglia di resistenza a qualsiasi tipo di stress (su umore, energia, fame e tendenza ad ingrassare);
- la vitamina D che, soprattutto se presa prima di dormire, stimola la risposta immunitaria innata e il tono dell’umore in senso positivo, come si evince da studi sulla depressione nei Paesi nordici per poca esposizione alla luce (fonte di normale attivazione di questa vitamina);
- le vitamine del gruppo B, che attivano la funzionalità cerebrale e l’energia generale e metabolica;
- l’ashwaganda che, associata a selenio e zinco, aiuta a contrastare la fragilità tiroidea e quella depressiva nei soggetti predisposti;
- gli omega 3 (DHA/EPA) che sono utili a favorire la plasticità cerebrale;
- alcuni sintomatici del sonno, come il gaba, il luppolo, la camomilla, la valeriana e la melatonina.