In questi giorni è di nuovo allarme smog in molte città italiane. Il traffico, i riscaldamenti accesi e l’aria fredda e stagnante stanno creando una cappa grigiastra e irrespirabile soprattutto sulla Pianura Padana, dove molte amministrazioni comunali hanno deciso di adottare misure sempre più severe per regolare le emissioni inquinanti. A rimetterci è soprattutto la salute, quella dei polmoni e di riflesso anche quella del cuore, come dimostra un maxi studio presentato dall’Università di Bruxelles al congresso EUROECHO-Imaging 2016 della Società Europea di Cardiologia (ESC) a Leipzig, in Germania.
«Si tratta del primo studio condotto sulle persone per verificare gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla funzione dei vasi sanguigni dei polmoni», la prima “frontiera” dell’apparato cardiovascolare che entra a contatto con lo smog, come spiega il coordinatore del gruppo di ricerca, Jean-Francois Argacha, cardiologo presso l’ospedale universitario della capitale belga. «Questo genere di studi è molto importante – aggiunge l’esperto – perché se davvero lo smog causa un restringimento dei vasi sanguigni nei polmoni, e questo si combina con gli effetti sistemici dell’inquinamento sull’organismo, allora può causare un’insufficienza cardiaca scompensata».
I ricercatori hanno provato a fare luce sulla questione attraverso uno studio di popolazione, condotto su un campione di oltre 16.000 persone immerse nello smog di Bruxelles, e uno studio su singoli individui, esposti all’inquinamento da diesel in condizioni controllate in laboratorio.
Lo studio di popolazione ha dimostrato che le polveri sottili e l’ozono aumentano il tono vascolare nei polmoni, rendendo di fatto più difficile la circolazione del sangue per diversi giorni consecutivi. L’esposizione prolungata ad alti livelli di PM10 e PM2.5 comporta anche un peggioramento della funzionalità del ventricolo destro del cuore. Tra le persone più a rischio ci sono quelle che soffrono di apnee ostruttive nel sonno.
Lo studio condotto sui singoli individui, invece, ha dimostrato che l’esposizione allo scarico dei diesel non modifica la circolazione del sangue nei polmoni, almeno fino a quando lo si respira in condizioni di riposo: gli effetti negativi emergono invece chiaramente quando l’organismo è sotto sforzo, ad esempio durante lo sport all’aperto.
Per ridurre al minimo i rischi per la salute il consiglio è dunque quello di «limitare le attività fisica all’aperto durante i periodi di inquinamento intenso. Nessuna prova evidente invece sull’efficacia di mascherine per ridurre l’esposizione alle particelle», conclude Argacha.